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Draghi
Slitta il Consiglio dei ministri convocato per le 10 di stamattina. E questo a causa del fatto e che a palazzo Chigi e al Mef si starebbe lavorando ancora sulle tabelle del Recovery plan. Non solo, in corso sarebbero anche le interlocuzioni con Bruxelles, in una non stop che prosegue da ore. Il nodo politico sarebbe costituito dal superbonus al 110% che M5s, Pd e Forza Italia vogliono prorogare fino al 2023 e per cui serve la copertura. Ma anche fisco e liberalizzazioni sono, si apprende ancora, al centro del confronto. Ieri i ministri politici hanno fatto osservare che il Cdm di oggi era stato convocato senza che avessero avuto la possibilità di visionare la bozza del piano. Sul fronte della Lega vi sarebbero malumori riguardo alle riaperture dei centri commerciali e si sottolineerebbe che le regioni non siano state ascoltate abbastanza. Altro tema oggetto di dibattito sarebbe la governance della cabina di regia con un solo ministro politico. «Per il M5s sarà molto difficile dire sì al Pnrr qualora non dovessero arrivare garanzie su questa estensione, perché una brusca interruzione del percorso avviato avrebbe effetti nefasti su una macchina virtuosa che si è appena messa in moto», scrive M5s in un messaggio rivolto a Palazzo Chigi: «Il presidente Draghi lanci un segnale e si impegni subito davanti al Parlamento. Bisogna dare certezze tanto alle imprese tanto ai cittadini. Abbiamo un’occasione unica davanti, sprecarla sarebbe imperdonabile». «Quando il Movimento 5 stelle ha proposto l’idea del Superbonus al 110% col governo Conte, lo ha fatto per dare al Paese una misura trainante per la ripresa economica. Un meccanismo fiscale ’shock’ per provocare scossone al settore dell’edilizia, comparto produttivo che come tè noto se ne tira dietro tanti altri, e un primo vero tassello verso quella transizione ecologica fondamentale per il futuro prossimo del paese», prosegue la nota. «Questa misura in tre mesi ha già superato quota un miliardo di lavori, tanto che nei giorni scorsi in tanti ne hanno chiesto al nostro fianco la proroga a tutto il 2023, da Confindustria all’Ance, dalla Cna agli ordini professionali passando per Abi e tanti altri protagonisti della filiera. Stamane dai giornali apprendiamo che nelle bozze del PNRR questo prolungamento non sarebbe previsto. Non solo: allo stato attuale, non c’è alcuno scenario di proroga neanche al di fuori del piano di ripresa. Ecco, parlare di ripresa e tirare il freno a una misura del genere secondo noi è un controsenso, oltreché un grave errore», ammoniscono i 5 stelle. Anche l’ex premier Giuseppe Conte, capo in pectore del M5S, interviene sulle frizioni in atto nel governo sul superbonus al 2023. «La transizione ecologica è una priorità sia per me che per il Movimento 5 Stelle - scrive su Fb - È un’occasione imperdibile per il nostro Paese e non può essere rimandata per difetto di lungimiranza o carenza di volontà politica. In quest’ottica, il superbonus 110% è una misura fondamentale per consentire non solo di salvaguardare il nostro Pianeta e abbattere in modo significativo le emissioni, ma anche per permettere a milioni di famiglie di risparmiare sui costi dell’energia e di rendere più sicure le proprie case sul piano antisismico». «Non solo - rimarca Conte - con il superbonus si sta investendo su un patrimonio immobiliare vetusto, si stanno creando migliaia di posti di lavoro con cantieri diffusi su tutto il territorio. Ad oggi, nonostante le difficoltà create dalla pandemia, sono stati avviati già oltre 10.000 cantieri in tutta Italia per un valore superiore al miliardo di euro. La presenza del superbonus nel Piano nazionale di ripresa e resilienza è quindi essenziale. Non possiamo permetterci di creare incertezza sul futuro di questa misura: si bloccherebbero i cantieri e le aspettative di milioni di famiglie e di migliaia di imprese e professionisti resterebbero inspiegabilmente disattese». «Il Parlamento si è espresso in modo chiaro e compatto - ricorda l’ex presidente del Consiglio - sulla necessità di prorogare il superbonus almeno fino al 2023 a tutti i soggetti e a tutte le tipologie di edifici. Tutte le categorie produttive lo ritengono fondamentale per risollevare il settore dell’edilizia e dare certezza agli investimenti. Questo Governo ha abbracciato la svolta della transizione ecologica e per questo bisogna essere conseguenti. La misura del superbonus va prorogata fino al 2023 e, anzi, è necessario intervenire per renderla ancora più semplificata. Occorrono segnali politici forti e chiari. I nostri cittadini, le famiglie, le imprese chiedono certezze». Intanto fonti di maggioranza fanno sapere che Draghi,avrebbe rassicurato il M5s sulla proroga del Superbonus fino al 2023, garantendo che si verificheranno le coperture nell’anno a seconda del tiraggio. Nel Pnrr sono stanziati per il superbonus 18 milioni, ma ne servirebbero altri dieci per garantire la copertura del 2023. Per questo, al Mef si ragiona sulla possibilità di inserire le risorse che mancano all’appello nella prossima manovra, in autunno. Delle rassicurazioni sulla copertura dovrebbero arrivare anche nell’intervento del premier lunedì e martedì alla Camera e al Senato.