L’esordio con la fascia tricolore al petto è andato in scena ieri sera, alla Pontificia Università Lateranense, quando la neo sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha partecipato all’evento giubilare dedicato agli amministratori pubblici. Poche ore prima i vertici Ama si erano dimessi e la Procura di Roma aveva aperto un procedimento dopo l’esposto presentato dall’Associazione nazionale Libertà e Progresso (Anlep) in relazione agli incarichi ricoperti dalla neo eletta all’Asl di Civitavecchia. Si tratta, in realtà, solo di un atto formale che non contempla né indagati né ipotesi di reato. Una notizia che non può in alcun modo appannare il rito del passaggio di consegne tra il commissario Francesco Paolo Tronca e la prima cittadina Virginia Raggi atteso per oggi. E l’esponente pentastellata, intervistata da Euronews, ribadisce quelle che saranno le linee guida del suo mandato. Roma, per la nuova inquilina del Campidoglio, è «una città in macerie». Per questo la priorità della nuova Giunta sarà ricucire da subito le periferie al centro, senza perdere tempo a discutere dei giochi olimpici. «La mia posizione non cambia. In questo momento non è la priorità dei romani», dice Raggi. «Più che Olimpiadi dello sport mi sembra siano Olimpiadi del mattone, così sono sempre state queste grandi occasioni. In tutto il mondo e non solo in Italia. I dati economici e storici ci dicono che tutte le città ospitanti si sono stra-indebitate». E Roma non può permettersi altri debiti, precisa la sindaca, consapevole di mettersi contro costruttori e comitato olimpico.Ma oggi gli occhi saranno puntati sul colle più importante per la Capitale, da dove la prima cittadina potrebbe comunicare la lista definitiva degli assessori. La squadra di governo, infatti, non è ancora al completo. I nomi certi, al momento, sono quelli di Paolo Berdini all’Urbanistica, Andrea Lo Cicero allo Sport, Paola Muraro all’Ambiente e Luca Bergamo alla Cultura. Resta da capire se tutti saranno disposti a firmare il contrattino con lo Staff, con penale da 150 mila euro in caso di tradimento, già sottoscritto dalla sindaca e dai consiglieri comunali eletti. Anche perché mancano ancora caselle fondamentali da riempire, come il famigerato “assessorato di scopo” che dovrà far dimagrire le partecipate (attualmente sono 80). Il nome più gettonato resta quello di Antonio Blandini, professore di Diritto commerciale presso la facoltà di Economia alla Federico II di Napoli, che fa entrare in fibrallazione gran parte dei consigli d’amministrazione legati all’amministrazione capitolina. «Inizieremo ad aggredire il tesoretto degli sprechi, che ammonta ad oggi, da quello che siamo riusciti a vedere, a 1,2 miliardi l’anno. Dobbiamo recuperarli e convertirli in servizi», ha detto la sindaca, intenzionata ad andare a fondo sulla strada della razionalizzazione.Per tutta risposta, ieri l’intero cda di Ama, l’azieda municipale che si occupa di rifiuti, si è presentato dimissionario. «Faremo tutto quello che è in nostro potere per permettere al sindaco di esercitare le sue prerogative il più rapidamente possibile», aveva già annunciato il presidente Daniele Fortini. Fermenti anche all’interno di Atac, l’azienda del trasporto pubblico, che proprio ieri ha subito un duro colpo d’immagine da un reportage commissionato dal quotidiano tedesco Spiegelonline: «Forse negli angoli più remoti del mondo qualcosa di peggiore si può trovare. Ma in Europa è difficile immaginare qualcosa di peggio», riporta impietoso il cronista tedesco. «Gli autobus sono tutti sporchi, in estate bollenti e in inverno gelidi. Non c’è da stupirsi che la maggior parte dei clienti viaggi senza biglietto», prosegue il giornale tedesco, convinto che lo stato in cui versa Atac abbia influito sulla scelta dei romani a favore di Virginia Raggi.Nessun passo indietro invece dentro Acea, la multiutility dell’acqua e dell’energia partecipata al 51 per cento dal Campidoglio e con un azionista proivato che di nome fa Francesco Gaetano Caltagirone. «Abbiamo un Piano industriale da realizzare e continueremo a lavorare con rigore e serenità», ha detto Alberto Ierace, ad della società crollata in borsa il giorno della vittoria di Virginia Raggi.