Prodi piomba sulla direzione Pd «Mi sono pronunciato già varie volte. Secondo me bisogna votare al tempo dovuto». Romano Prodi interviene nel dibattito politico che agita soprattutto il Nazareno. Elezioni anticipate o scadenza naturale della legislatura? «La legislatura finisce questaltr'anno, si voti questaltr'anno», dice il Professore nell'anticipazione dell'intervista a di Martedi che andrà in onda il 14 febbraio su La7. Una doccia gelata per Matteo Renzi che domani, nel corso della direzione Pd, potrebbe presentare le sue dimissioni da segretario per consentire l'indizione del congresso e il ritorno alle unre in tempi rapidi: giusto il tempo di uniformare le leggi elettorali di Camera e Senato, dopo la bocciatura dell'Italicum da parte della Corte costituzionale. Una fretta che da oggi trova l'ostilità dichiarata anche del papà dell'Ulivo, che sul sistema elettorale insiste: «Sono sempre stato per il collegio uninominale, perché con la crisi dei partiti, almeno, si conosce chi è il candidato: un piccolo collegio e uno deve conquistarsi gli elettori». Insomma, prima di tornare al voto sarà meglio ragionare bene sulle regole del gioco, come chiede parte della minoranza dem. «Non sono iscritto al Pd da tre anni, è per quello che ho una certa discrezione a parlare di certe cose. Non bisogna mai disturbare i conducenti...», aggiunge Prodi, che poi augura al centro sinistra di ritrovare «il vigore e la speranza che aveva 15 anni fa, ecco». Perché il Professore rivendica il percorso politico che portò l'Ulivo al governo del Paese: ho «vissuto per mettere insieme tutti i riformismi, tutti coloro che vogliono aiutare il Paese. Per me è un discorso di un'azione che coinvolga le energie più innovative del Paese, è importante». Per questo Prodi guarda con grande interesse a ciò che si muove alla sinistra del Pd. Per Giuliano Pisapia «nutro una stima personale», dice, in attesa di vedere come si «articolerà» la sua proposta politica.