Il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, è a dir poco arrabbiato dopo quanto accaduto alla festa di Capodanno organizzata a Rosazza, nel biellese, dove un 31enne è stato ferito da un colpo di pistola sparato dal deputato di Fratelli d'Italia Emanuele Pozzolo. «Ho passato una giornata terribile - dice a "Repubblica" - , che non riuscirò più a smaltire, mi sento veramente sfortunato». Delmastro non ha organizzato la festa di Capodanno: «No, è stato un mio amico ad affittare il salone della Pro Loco, io ho solo versato la mia quota. Saremo stati una trentina di persone». C'era sua sorella Francesca, la sindaca di Rosazza: «Sì, è venuta, ma è andata via dopo lo scoccare della mezzanotte, aveva con sé il suo cane».

Quanto all'incidente: «La dinamica posso raccontarla. Era una festa in un Comune molto piccolo del Biellese. Anche il deputato Pozzolo ha una casa in quella zona. È passato davanti alla Pro Loco, ha riconosciuto le macchine della mia scorta e l'auto di mia moglie, e ha intuito che potevamo essere lì. Mi ha chiesto se più tardi poteva passare per un brindisi e io ovviamente gli ho detto di sì». «Io sono di Biella - continua Delmastro - e lui è di Vercelli, 40 chilometri di distanza, facciamo politica tutti e due nello stesso partito, quindi ci conosciamo per forza, lui fa l'avvocato ed è alla sua prima elezione in Parlamento». Ma non hanno fatto Capodanno insieme: «Per niente. Lui ha solo chiesto se poteva venire dopo, e infatti è arrivato verso mezzanotte e mezza, forse un quarto all'una, quando Capodanno era già passato, non ha fatto il brindisi con noi. E su Facebook ci sono le foto di lui che festeggia con la sua famiglia».

Il sottosegretario non l'ha visto arrivare: «Stavo raccogliendo il cibo avanzato per andare via. Avevo quattro buste da portare in auto. Dalla Pro Loco alla macchina saranno 200 metri. Ero uscito con le prime due. Ritorno indietro per prendere le altre due e sento la moglie di quello che è stato ferito, che poi è il marito della figlia di uno della mia scorta, che grida “un botto... un botto”. Mi si gela il sangue e cerco di capire».