LA REPLICA DEM: «IL LEADER IV METTE LE MANI AVANTI»

Il Partito democratico voterà scheda bianca oggi durante l’elezione dei presidenti di Camera e Senato. È l’indicazione data ieri dal segretario dem, Enrico Letta, all’assemblea degli eletti, nella quale è stata illustrata la linea strategica del partito all’opposizione del nascente governo Meloni. «Rispetto al passato con il taglio dei parlamentari sarà ancora più fondamentale la presenza di tutti i parlamentari nei momenti chiave - ha detto Letta ai suoi Inoltre, i margini della maggioranza in Senato non sono molto larghi, molti senatori avversari non saranno molto presenti, alcuni saranno al governo o con altri incarichi, sarà quindi fondamentale garantire la presenza ai lavori dell’Aula».

Nel suo fare opposizione i dem si troveranno spesso a fare i conti con le altre due opposizioni, cioè Movimento 5 Stelle e Azione/ Iv. E su questo le idee sono piuttosto chiare, con diversi esponenti dem di alto livello, da Nicola Zingaretti ad Andrea Orlando, che ieri sono tornati a tendere la mano ai pentastellati. «L'iniziativa di Conte per rafforzare i 5 Stelle è assolutamente legittima e noi dobbiamo smetterla di pensare che gli avversari sono movimenti con cui abbiamo fatto pezzi di strada e ne faremo insieme - ha detto Zingaretti - C'è una trasformazione di questo movimento e non dobbiamo demonizzare i tentativi di costruire un rapporto con il Paese che rafforzi l'opposizione». Insomma il presidente della Regione Lazio ( che si dimetterà «entro tre settimane» ) non nasconde la necessità di un’opposizione unitaria, almeno tra dem e grillini. Allo stesso tempo il ministro del Lavoro spiega che «alla destra del Pd c’è oggi una forza politica di ispirazione liberale che si è proposta come partito delle élite ( Azione/ Iv, ndr) e contemporaneamente il Movimento Cinque Stelle, nonostante non poche contraddizioni politiche e programmatiche nascoste con una efficace campagna elettorale, è apparso come una forza in grado di interpretare in modo radicale le istanze dei settori più svantaggiati».

Insomma, se proprio il Pd deve dialogare con qualcuno, meglio farlo con chi oggi è più vicino all’elettorato di sinistra.

Il primo passo per una rinnovata unità potrebbe arrivare dalla spartizione delle cariche previste per l’opposizione, cioè due posti da vicepresidente di Camera e Senato, due posti da questori di Montecitorio e palazzo Madama e due commissioni, cioè Copasir e Vigilanza Rai. Il leader di Iv, Matteo Renzi, in Senato ha parlato di «un accordo blindato» tra Pd e M5S per spartirsi tra loro le cariche, lasciando fuori il terzo polo. «Se Pd e M5S cominciano il loro amoroso connubio violando i diritti della terza opposizione lo trovo controproducente per loro e di una inaudita gravità istituzionale», ha scandito Renzi. Se dem e grillini prendessero i posti da vicepresidenti e questori, aggiunge l’ex presidente del Consiglio, «nei giorni successivi partirà una polemica, e allora chiederemo il Copasir». Unico punto d’intesa finora tra Pd e Terzo polo è la partecipazione alla manifestazione pro Ucraina di oggi sotto l’ambasciata russa, alla quale oltre a Letta hanno confermato la propria presenza anche il leader di Azione, Carlo Calenda, e quella di + Europa, Emma Bonino. No dal presidente M5S Giuseppe Conte.