Il “parricidio” è stato completato. L’ex sindaco di Bari Antonio Decaro è riuscito a “uccidere” politicamente il suo padre putativo Michele Emiliano, attuale presidente della Puglia, e dunque ha ora via libera per correre alla guida della Regione.

Il passo indietro di Emiliano rispetto al suo nome nelle liste era stato infatti posto da Decaro come conditio sine qua non per sciogliere la riserva, abbandonare il posto da eurodeputato a Strasburgo ottenuto a suon di 500mila preferenze appena l’anno scorso e sfruttare l’onda di quel successo per guadagnare lo scranno più alto della Regione Puglia.

La svolta c’è stata lunedì quando a casa dello stesso Emiliano si è presentato Francesco Boccia, capogruppo dem in Senato e uomo forte del partito nel territorio per concordare il passo indietro, reso più indolore dalla promessa di un posto sicuro per l’ex magistrato alle Politiche del 2027.

«Ringrazio Michele Emiliano per essersi messo con generosità a disposizione del partito e per aver deciso di non candidarsi alle prossime regionali: continuerà a dare un contributo imprescindibile alla costruzione del futuro della Regione, essendo stato protagonista in questi dieci anni da Presidente di una fase di straordinario sviluppo e innovazione in Puglia - ha scritto la segretaria dem Elly Schlein che staserà sarà alla festa di Avs al Monk di Roma assieme a Conte, Fratoianni e Bonelli - Tutto il Partito Democratico gli è riconoscente per il grande servizio svolto per la comunità e siamo certi che la sua competenza continuerà a essere una risorsa importante per noi, ben oltre i confini della Regione che ha guidato in questi anni. Ci aiuterà anche a scrivere una pagina nuova nel futuro della Puglia accanto alla coalizione progressista che stiamo costruendo e alla candidatura più competitiva che possiamo mettere a disposizione: quella di Antonio Decaro, che ha già dimostrato a Bari le sue grandi doti amministrative».

Resta invece in campo la candidatura di un altro ex presidente, Nichi Vendola, come spiegato chiaramente dallo stesso Bonelli, per il quale «è Avs che fa le sue liste».

Si schiarisce dunque il quadro in vista della Festa dell’Unità pugliese, in programma questo weekend a Bisceglie. Emiliano sarà l’ospite di punta del panel conclusivo sabato, mentre Schlein salirà sul palco venerdì sera assieme allo stesso Decaro, al segretario regionale del Pd Puglia Domenico De Santis e al senatore Dario Parrini.

Incassato il passo indietro di Emiliano, Schlein sta comunque tenendo il profilo basso, se anche ieri dalle Marche, dove era in tour elettorale con il candidato ed ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci, alla domanda su un possibile impatto nazionale di un’eventuale vittoria ha risposto che «ogni Regione fa storia a sé, non crediamo all’estrapolazione nazionale dei risultati regionali».

Sul fronte Campania, anche se Vincenzo De Luca continua a sconfessare lo “scambio” tra la poltrona di segretario regionale al figlio Piero e il suo via libera alla candidatura dell’ex presidente della Camera Roberto Fico, con l’avvio dell’iter congressuale del Pd sembrano caduti tutti i possibili ostacoli alla riproposizione del campo largo anche in Regione, sul modello già sperimentato al Comune di Napoli e in molte amministrazioni locali dell’area metropolitana.

In attesa dell’ufficializzazione del nome di Fico, che potrebbe arrivare in settimana, in coalizione ci saranno sicuramente Pd, M5s, Avs, Italia viva, Psi e Noi di centro (Mastella). Non ci sarà invece il simbolo di Azione, dopo la scelta di Calenda di sfilarsi dalle alleanze con i pentastellati nelle regioni al voto. «Mentre fai la campagna per Tridico e Fico dai lezione di coerenza, suvvia, fai il bravo», ha scritto il leader di Azione in risposta a Matteo Renzi che lo accusava di «cambiare idea troppo velocemente».

Eppure i consiglieri regionali di Azione sono intenzionati a correre comunque con il centrosinistra, che oltre alle liste dei partiti presenterà quella del candidato presidente, quella che farà capo allo stesso De Luca e la cosiddetta “tenda dei moderati”, ispirata dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, che ha svolto il ruolo di federatore e garante della coalizione.

Sciolti dunque i nodi per la scelta di Fico come candidato alla presidenza, il Pd si concentra sul congresso regionale, che chiuderà la fase di commissariamento, affidata nell’aprile del 2023 ad Antonio Misiani. Questa mattina scadono i termini per la presentazione delle candidature, più probabilmente della candidatura, cioè appunto quella del deputato Piero De Luca che siè detto «pronto al confronto» con Fico.