C'è persino chi ora mette maliziosamente in relazione la retromarcia del gruppo francese Vivendi sull'acquisto di Mediaset premium con la "rivoluzione Parisi". Ovvero, secondo interpretazioni di attenti osservatori delle cose di Arcore anche sul piano aziendale, Bollorè, che a parere dei maligni aveva in reatà fatto un pensierino «per papparsi tutta Mediaset», ora avrebbe invece fatto marcia indietro. E questo sarebbe già un primo effetto della «rivoluzione Parisi». Perché? I francesi avrebbero capito che Silvio Berlusconi rilanciandosi sul piano politico, ora sarebbe meno scalabile anche dal punto di vista aziendale. Fantapolitica o fantaeconomia? Può darsi. Ma è un fatto che la discesa in campo di Stefano Parisi, il manager-politico "Lib-pop" (liberal popolare, come il progetto che ha lanciato) che riecheggia il "Lib-lab" del Psi dal quale proviene, è giudicata un'operazione "consistente" anche in ambienti tutt'altro che berlusconiani. L'ex candidato sindaco di Milano da lunedì si insedierà a Piazza S. Lorenzo in Lucina, dove c'è un nuovo ufficio allestito tutto per lui. Fortemente voluto da Berlusconi supportato dal suo staff storico (La figlia Marina e gli amici di una vita Gianni Letta e Fedele Confalonieri) per la missione di riprendere tutti i voti moderati che fecero grande Forza Italia, e fare di una FI 2.0 il baricentro di un nuovo centrodestra, Parisi ha il mandato di rivoltare il partito azzurro come un calzino. Ha già inviato sms a tutti i coordinatori regionali, che incontrerà separatamente uno a uno per quella mappatura del territorio "azzurro" che il Cav gli ha affidato. E già il panico si sarebbe sparso tra coloro che temono di non esser più riconfermati. Ma il mandato del manager-politico è molto più ampio: rilanciare un nuovo centrodestra con baricentro appunto moderato. Questo però non lo si potrà fare se prima non si rilancia il baricentro stesso che è Forza Italia.La "rivoluzione Parisi" che vedrà una sorta di Leopolda azzurra o di centrodestra a metà settembre, comprende già da ora una diplomazia pubblica ma anche riservata, al riparo dai riflettori, con gli esponenti dei partiti alleati. Non è un caso che sia andato nei giorni scorsi a una festa della Lega Nord dove lo ha accolto Roberto Calderoli. E che in questi giorni il manager-politico stia avendo una serie di incontri a Roma e al Nord. Matteo Salvini però sembra mettere una pietra tombale su Parisi: «Una cosa è quel che fa Parisi dentro Forza Italia, altra se qui qualcuno si vuole alleare con Alfano o Passera. No a alleanze indigeste». Tuona: «I voti della Lega Parisi non li avrà». Bisognerà vedere quanto peseranno i distinguo di Umberto Bossi e Roberto Maroni. E soprattutto che farà da grande il veneto Luca Zaia, leghista dai toni moderati, il governatore più votato d'Italia.Secondo una interpretazione maliziosa che viene data dentro FI, i voti leghisti Parisi già non li avrebbe presi a Milano, dove Salvini è sospettato di «aver spento i motori, proprio per non far vincere il candidato FI». O per questo o perché il Carroccio non ha sfondato nella Milano moderata, è un fatto che l'ex direttore generale di Confindustria, abbia perso per un soffio. E comunque, come ha detto nei giorni scorsi Antonio Tajani, vicepresidente per il Ppe al parlamento europeo, è da uomini nuovi come "Parisi, Marchini e Lettieri" (i tre candidati di Fi a Milano, Roma e Napoli ndr) che bisogna ripartire.Ma questo, precisa lo stesso Tajani a Il Dubbio, «Non significa affatto liquidare il partito, significa anzi valorizzarlo con nuove figure e potenzialità». E annuncia: «A settembre (9 e 10 a Fiuggi ndr) come faccio sempre, ho organizzato un meeting al quale interverrà anche il presidente del Ppe, Joseph Daul. Ho invitato certamente anche Parisi, ma anche tutti i dirigenti di Forza Italia. E con loro ci saranno rappresentanti di Confindustria e di tutte le categorie economiche e sociali». Secondo Tajani, sarà anche quello un appuntamento «per dare risposte a quei moderati che dobbiamo riconquistare». Parisi a Milano ha avuto un risultato migliore di Marchini a Roma. Ma anche con la scelta di Roma Berlusconi ha voluto indicare agli alleati "estremisti" quale è la tipologia di personale politico del centrodestra del futuro. Se poi Parisi - cresciuto alla scuola di Gianni de Michelis, e del Psi di Craxi, Parisi il manager che in un intreccio tutto speciale tra economia e politica ha respirato un humus culturale in cui era presente lo stesso Mario Draghi (ora Presidente della Bce) allora vicino al Psi, sarà il futuro candidato premier è cosa tutta da vedere. Se Strasburgo darà l'ok al ricorso di Berlusconi contro la sua ineleggibilità, sarà il Cav medesimo a ripresentarsi alle elezioni. Parisi è comunque l'uomo che in caso di sconfitta di Matteo Renzi al referendum avrà un ruolo chiave per andare verso quel governo di scopo per cambiare la legge elettorale. Ma a Renzi già sarebbero stati mandati segnali azzurri in base ai quali la "rivoluzione Parisi" in generale conviene anche a lui. Perché così si rafforza la possibilità di una competizione tra due forze che stanno nel sistema, cercando di mettere all'angolo quelle anti-sistema che fanno perno sui Cinque Stelle. Patto del Nazareno? Fonti azzurre di rango smentiscono seccamente: «Niente di tutto questo. E niente in politica può mai esser come prima, soprattutto di questi tempi». Intanto, non si escludono già novità del tipo "Torna a casa Lassie": il senatore verdiniano di Ala, Vincenzo D'Anna: «Se FI cambierà, potremmo rifarne parte. Era un gineceo». Intanto lo sciame sismico continua tra gli azzurri. Maurizio Gasparri ieri è sbottato: «Si faccia piuttosto una due diligence a Mediaset». Invece, il leader di Ncd, Angelino Alfano dice: «Parisi può anche andar bene, ma ci vogliono le primarie». Lo stesso Alfano però sarebbe stato già chiamato da Renzi a correre ai ripari sul referendum invitandolo a scendere in campo per il sì a nome dei moderati del Ppe. Visto che anche Ncd fa parte dei Popolari europei, Un modo per arginare il no di FI, la forza principale italiana del Ppe. Il Cav con Parisi ha già provocato un terremoto, interno e esterno.