«Le nuove dichiarazioni di Giuseppe Conte - contraddistinte da ultimatum e minacce - confermano la rottura di quel "patto di fiducia" richiamato giovedì dal Presidente Mario Draghi e alla base delle sue dimissioni».  Dopo un lungo incontro Silvio Berlusconi e Matteo Salvini chiudono a ogni «possibilità di governare ulteriormente con i Cinque stelle per la loro incompetenza e la loro inaffidabilità». I leader di Forza Italia e della Lega, dunque «con il consueto senso di responsabilità» hanno «concordato di attendere l’evoluzione della situazione politica, pronti comunque a sottoporsi anche a brevissima scadenza al giudizio dei cittadini». Escludendo ogni ipotesi di Draghi bis, con dentro il Movimento 5 Stelle, il centrodestra di governo sembra dunque cedere alle incessanti richieste di Giorgia Meloni, che dall'inizio della crisi spinge perché si torni subito a elezioni. Secondo i sondaggi, la coalizione un tempo guidata da Berlusconi sembra avere ottime possibilità di vittoria in caso di voto anticipato ed è possibile che anche Lega e Fi scelgano di percorrere quella strada, nonostante il "rischio" di un successo straripante dell'alleata/rivale Meloni. Ma se FdI chiede la spallata definitiva, il coro dei sostenitori del premier trova ogni giorno nuove voci. È stato sottoscritto da oltre mille amministratori locali (di entrambi gli schieramenti) l'appello  alla «stabilità» lanciato inizialmente da un gruppo ristretto di sindaci (Luigi Brugnaro, Marco BucciAntonio DecaroMichele De PascaleGiorgio GoriRoberto GualtieriMatteo Lepore, Stefano Lo RussoDario NardellaMaurizio Rasero, Matteo Ricci, Beppe SalaGaetano Manfredi). «Con incredulità e preoccupazione assistiamo alla conclamazione della crisi di governo generata da comportamenti irresponsabili di una parte della maggioranza. Le nostre città, chiamate dopo la pandemia e con la guerra in corso ad uno sforzo inedito per il rilancio economico, la realizzazione delle opere pubbliche indispensabili e la gestione dell'emergenza sociale, non possono permettersi oggi una crisi che significa immobilismo e divisione laddove ora servono azione, credibilità, serietà», si legge nel documento. «Ora più che mai abbiamo bisogno di stabilità, certezze e coerenza per continuare la trasformazione delle nostre città perché senza la rinascita di queste non rinascerà neanche l'Italia». E proprio contro questo appello aveva tuonato poche ore fa proprio Giorgia Meloni, accusando i sindaci di utilizzare le istituzioni come un partito.