«Tra la prima e la seconda sentenza della Corte di Cassazione sulla detenzione dei migranti in Albania si è verificato, a mio modo di vedere, un cortocircuito valutativo». È quanto dichiarato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nel corso del suo intervento a Sky TG24 Live In Milano, intervenendo sul delicato tema della gestione dei migranti trasferiti in Albania e sulla recente altalena di decisioni giurisprudenziali.

Il titolare del Viminale ha precisato che non intende mettere in discussione la terzietà della Suprema Corte: «Lungi da me pensare che la Cassazione adotti decisioni politicamente orientate, nella maniera più assoluta. Però sicuramente – ha aggiunto – si è verificata un’anomalia per cui la stessa Corte, che una settimana o dieci giorni prima si era espressa in un certo modo, ha poi completamente rivisto la propria posizione».

Piantedosi ha fatto riferimento alle due pronunce della Cassazione che, a distanza ravvicinata, hanno affrontato la questione della legittimità del trattenimento dei migranti nei centri albanesi, con esiti contrastanti. Nella seconda sentenza, ha spiegato il ministro, «non c’è stata una contraddizione radicale rispetto alla prima, ma la decisione ha previsto la sospensione del procedimento e il rinvio alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea».

Tuttavia, ha aggiunto, le conseguenze pratiche non sono state irrilevanti: «Abbiamo dovuto rimettere in libertà delle persone, una delle quali è da noi ritenuta altamente pericolosa». Una situazione che il ministro definisce difficile da comprendere appieno: «A volte queste decisioni non sono univoche e, lo dico con profondo rispetto, non sempre del tutto comprensibili. E poi hanno effetti molto concreti».