Via libera del Consiglio dei ministri alle nuove misure per la gestione dei flussi migratori nel nostro paese. Due i provvedimenti inseriti nel decreto Sud: il primo prevede l'estensione del limite massimo consentito per il trattenimento dei migranti a 18 mesi nei Centri di permanenza per il rimpatrio; il secondo invece prevede la realizzazione di nuovi Cpr, che vengono considerate strutture di interesse anche per la sicurezza nazionale, e saranno seguite dal Viminale insieme alla Difesa e il Genio militare. 

Come annunciato dalla premier in conferenza stampa a Lampedusa insieme alla presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen, le nuove misure prevedono in particolare una modifica del termine di trattenimento nei Centri di permanenza «per i rimpatri di chi entra illegalmente in Italia», che verrà alzato al limite massimo consentito dalle attuali normative europee: 6 mesi, prorogabili per ulteriori 12, per un totale di 18 mesi. «Quindi tutto il tempo necessario – ha spiegato Meloni - non solo per fare gli accertamenti dovuti, ma anche per procedere con il rimpatrio di chi non ha diritto alla protezione internazionale».

La stessa presidente ha ricordato che «il limite di trattenimento per i richiedenti asilo è già oggi di 12 mesi e non verrà modificato ma diventerà effettivo grazie alla realizzazione dei necessari centri di permanenza per chiunque sbarchi illegalmente in Italia, richiedenti asilo compresi». 

Ulteriori misure arriveranno invece nel cdm della prossima settimana, e saranno dedicate a donne, bambini e under 14, ai quali sarà «garantita ogni tutela». In particolare, ha spiegato Meloni, «penso alla questione dei minori non accompagnati. Il nostro obiettivo è tutelare i veri minori per evitare, come accade ora, che con una semplice autocertificazione chiunque possa essere inserito nei circuiti rivolti ai minori. Non solo eludendo le norme sull'immigrazione, ma anche a discapito di chi minore lo è veramente».

«La lotta all'immigrazione illegale di massa e ai trafficanti di esseri umani è una battaglia epocale per l'Italia e per l'Europa. Da questo punto di vista dispiace constatare che parte delle forze politiche italiane ed europee, per ragioni ideologiche o, peggio, per calcolo politico, remino contro e facciano di tutto per smontare il lavoro che si sta portando avanti», avrebbe detto la premier aprendo la riunione del Consiglio dei ministri. «Mi riferisco - ha aggiunto - alla lettera dell'Alto rappresentante per la politica estera europea Borrell, agli appelli dei socialisti europei e alle prese di posizione di diversi esponenti della sinistra ma non solo. Tutte azioni che vanno nella medesima direzione di provare a sostenere che nessuno dei Paesi del Nordafrica è uno Stato sicuro con il quale è possibile accordarsi per fermare le partenze o per rimpatriare gli immigrati illegali». Per la presidente «la volontà della sinistra europea «è rendere ineluttabile l'immigrazione illegale di massa. In questa medesima direzione va anche la proposta del Partito democratico che abbiamo ascoltato anche in queste ore e che prevede, sostanzialmente, l'accoglienza di chiunque arrivi per poi provare a chiedere la redistribuzione in Europa». 

«È sempre stata indifendibile la linea italiana di chiedere all'Europa di accogliere gli immigrati illegali che l'Italia faceva entrare mentre gli altri controllavano i propri confini – ha chiosato Meloni – ma diventa addirittura un boomerang in questa epoca storica. Il segretario del Pd Schlein probabilmente non si è resa conto che attualmente i Paesi dell'est Europa accolgono milioni di rifugiati ucraini e pertanto, se dovesse passare un meccanismo automatico e aritmetico di redistribuzione, l'Italia si ritroverebbe a doversi far carico di molti più richiedenti asilo di quanti non ne abbia attualmente. Non saremmo noi a ricollocare migranti all'est, ma i Paesi di Vysegrad a ricollocare rifugiati nell'Europa occidentale».