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La leader di FdI annuncia una “conferenza programmatica”. E sferza Lega e Fi: «A volte ho l’impressione che vogliano riproporre una maggioranza arcobaleno»
Ha deciso di giocare in anticipo, Giorgia Meloni, e forte dei sondaggi che la danno testa a testa con il Pd per essere primo partito lancia la volata alle Politiche del 2023. Lo fa presentando una “conferenza programmatica” per il prossimo fine settimana a Milano, con l’obiettivo, ha assicurato la leader di Fratelli d’Italia, di «stilare una prima traccia per un programma di governo».
La tre giorni sotto la Madonnina «sarà un grande evento, molto importante» e servirà «per dimostrare la serietà di Fd’I e della sua classe dirigente». E, aggiungiamo noi, per mostrare a Lega e Forza Italia chi comanda nella coalizione. «Non sento Salvini dal giorno della rielezione di Mattarella - ha sibilato Meloni - Con Berlusconi ci sono delle interlocuzioni in corso e la dead line è chiara: stiamo dilatando i tempi per fare qualche sforzo in più al fine di trovare soluzioni comuni, se poi non si trovano ognuno farà le sue scelte».
Una presa di posizione chiara, testimoniata anche dal fatto di non invitare alla convention i due leader di partito. «Sono stati invitati i capigruppo di Camera e Senato di tutto il centrodestra - assicura Giovanni Donzelli, deputato di Fd’I e responsabile organizzazione del partito - i leader alleati non sono previsti perché si tratta di una conferenza programmatica di Fd’I e non di tutta la coalizione». D’altronde Meloni l’ha detto chiaro e tondo: «L’idea di un partito unico tra Lega e Fi è una scelta loro, ma spero non lo facciano per timore».
Donzelli ha poi spiegato come si svolgerà l’evento. Sono attesi 4600 delegati tra parlamentari, dirigenti e amministratori locali e la conferenza si terrà negli spazi del Mico, il Milano convention centre. Sul tavolo oltre 70 ore di lavoro, articolate in una sessione plenaria più 18 gruppi di lavoro tematici, in una superficie complessiva ci circa 28mila metri quadrati.
Tra le personalità esterne invitate alla tre giorni, dal titolo “Italia: energia da liberare” e accompagnata dallo slogan “Indipendenza, libertà, crescita: appunti per un programma conservatore”, ci saranno l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti, l’ex presidente del Senato Marcello Pera e il sociologo e scrittore Luca Ricolfi.
Ma il clou dell’evento sarà verificare quanto Meloni e i dirigenti del partito spingeranno sull’indipendenza di Fd’I dal resto della coalizione. «Credo che si debba chiedere agli altri partiti di centrodestra se l’obiettivo è battere la sinistra o battere Fd’I ha ragionato polemicamente l’ex ministra della Gioventù Quando sapremo qual è la legge elettorale e qual è la coalizione che si vuole alleare con noi capiremo di più ma le regole del centrodestra sono chiare: il partito che arriva primo all'interno della coalizione fa la sua proposta su chi vuole alla guida del governo». Per poi aggiungere che «ci sono quelli che pur di fare il premier sono disposti anche a fare una figuraccia, io no». Ogni riferimento a Salvini e al Papeete è puramente voluto.
Del resto, i segnali dati alle alleati sono stati netti. «Delle volte ho l'impressione che la priorità di tutti non sia quella di dare un governo di centrodestra al Paese ma piuttosto si voglia riproporre una maggioranza arcobaleno - ha sottolineato Meloni Noi siamo estremamente seri a trattare i contenuti, sapendo che non te la cavi con slogan, giochi di prestigio improvvisazione ma con le idee chiare e i piedi ben piantati a terra».
La convention arriva in un momento estremamente delicato per lo schieramento di centrodestra, alle prese con le Amministrative a partire dal caso Sicilia, dove Nello Musumeci, vicino a Giorgia Meloni, vorrebbe ricandidarsi ma si trova ostacolato da Forza Italia e Lega, decisi a sostenere Francesco Cascio.
«Noi abbiamo, come sempre, ribadito il nostro sostegno a tutti i sindaci uscenti e a tutti i candidati che rappresentano una proposta credibile - ha puntualizzato la leader di Fd’I - Anche in Sicilia stiamo facendo gli sforzi maggiori per favorire una compattezza della coalizione, però noi ci siamo ritrovati con Lega e Fi che dichiaravano di andare in ordine sparso su Messina e allo stesso tempo dichiaravano di aver individuato un ticket che non era stato discusso con noi a Palermo: non solo, ma contestualmente Lega e Fi dicono, per una ragione a me non chiara, di non avere una convinzione circa la candidatura di Nello Musumeci».
Dalla terra dei Normanni a Milano, la sfida di Giorgia Meloni per prendersi coalizione e governo è già partita.