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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla Camera dei deputati durante le comunicazioni sul prossimo Consiglio europeo del 27 e 28 giugno.
Alla vigilia del Consiglio Europeo, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha pronunciato un discorso incisivo alla Camera dei Deputati. Meloni ha richiesto un cambio di passo per l'Europa, rivendicando un incarico di vertice per l'Italia. Durante il suo intervento, ha criticato le modalità con cui si sono trattate le nomine europee.
«Non è accettabile trattare sugli incarichi ancora prima che i cittadini si recassero alle urne» ha affermato Meloni. «Come se i cittadini non avessero dato una indicazione diversa, si è sostenuto che non si debba parlare con alcune forze politiche» Meloni ha inoltre ricordato Satnam Singh, il bracciante indiano morto a Latina, sottolineando l'importanza di considerare i diritti di tutti i lavoratori.
«C’è un episodio di cronaca che mi ha lasciato esterrefatta, parlo dell’orribile morte di Satnam Singh, il bracciante che veniva dall’India, una morte orribile e disumana». Meloni si è detta «esterrefatta» in particolare «per il modo atroce ma ancor di più per l’atteggiamento schifoso del suo datore di lavoro. Questa è l’Italia peggiore. La piaga del caporalato è tutt’altro che sconfitta nonostante gli impegni di tutti i governi, ma non intendiamo smettere di combatterla».
Critica alla "Logica dei caminetti"
«Oggi si sceglie di aprire uno scenario completamente nuovo e la logica del consenso viene scavalcata da quella dei caminetti» ha detto Meloni. «Una sorta di ‘conventio ad excludendum’ in salsa europea che a nome del governo italiano ho apertamente contestato e che non intendo condividere. Tutte le forze politiche in questi mesi hanno sostenuto la necessità di un cambiamento» ha detto Meloni. «Nessuno, anche tra i partiti presenti in quest’Aula, si è presentato dicendo che l’Europa andasse bene così».
Meloni ha ribadito che tutti hanno concordato su un punto: «L’Europa deve intraprendere una strada diversa rispetto a quella percorsa finora» e ha evidenziato il ruolo centrale dell'Italia nell'Unione Europea, chiedendo un riconoscimento adeguato per il Paese. «Abbiamo chiesto e torneremo a chiedere un cambio di passo politico, prima di tutto. In linea con il messaggio dato dalle urne. E poi ovviamente intendiamo batterci per l’Italia».
La premier Meloni ha sottolineato che «oggi possiamo contare su una ritrovata stabilità politica e una solidità economica che ci hanno consentito di scrollarci di dosso i troppi pregiudizi dei quali eravamo vittime. Quello che l’Europa ha oggi di fronte è un compito molto arduo: la risposta a questo declino sta nella necessità di fare meno e farlo meglio, lasciando decidere agli Stati ciò che non ha bisogno di essere centralizzato».
Disaffezione dei cittadini
Meloni ha evidenziato il calo di gradimento delle istituzioni europee tra i cittadini e l'aumento dell'astensionismo. «Tra i cittadini il livello di gradimento delle istituzioni europee è molto basso, al 45%. Lo abbiamo visto in Italia, dove è andato a votare il 48,3% degli aventi diritto, con una diminuzione di oltre 6 punti rispetto alle europee di cinque anni fa». Meloni ha lanciato un appello alle classi dirigenti europee affinché non ignorino i segnali di disaffezione dei cittadini. «Non possiamo continuare con vecchie e deludenti logiche come se nulla fosse accaduto, rifiutandoci di cogliere i segnali chiari che giungono da chi ha votato e dai tanti che hanno deciso di non farlo».