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Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse
Una missione a Kiev per dare un segnale al mondo ma anche al proprio alleato riottoso. È quello che si appresta a fare Giorgia Meloni nei prossimi giorni. Ormai dalle parti di Palazzo Chigi stentano a nasconderlo, e probabilmente non vogliono nemmeno farlo: il fastidio per le ambiguità di Matteo Salvini rispetto alle malefatte del regime russo di Putin e per i distinguo sciorinati da quest'ultimo anche per la morte in carcere del dissidente Aleksej Navalny è arrivato al culmine.
Un episodio, quello della frase pronunciata dal leader leghista circa la necessità che dovranno essere «medici e magistrati» a stabilire la verità sulla tragica fine di Navalny, che si inserisce in un quadro già saturo di insofferenza per le scorrerie di Salvini su temi quali autovelox, trattori e terzo mandato per i sindaci.
Ma mentre per queste ultime questioni è possibile una gestione “domestica” del problema, per la politica estera, essendoci di mezzo la collocazione e la lealtà atlantista dell'Italia, c'era bisogno di una presa di posizione forte, tale da eclissare le picconate del vicepremier.
L'occasione l'ha fornita l'infausto secondo anniversario dell'invasione russa dell'Ucraina, che cade domani e sarà ricordato nel nostro paese e negli altri paesi occidentali nei prossimi giorni con una serie di iniziative.
La presidente del Consiglio, inoltre, nella sua veste di presidente di turno del G7, ha la possibilità di dare maggiore enfasi alle proprie parole di totale appoggio all'Ucraina e alla conferma del sostegno militare. Il primo atto importante avrà luogo domani, quando Meloni presiederà per la prima volta il vertice dei sette grandi della Terra ( in forma virtuale) al quale interverrà anche Volodymyr Zelensky. Dalla presidenza del Consiglio hanno tenuto a sottolineare che al termine della riunione ci sarà anche una dichiarazione congiunta e che non sarà eluso il tema della tragica morte di Navalny, considerato un «segno di debolezza» del regime di Putin. Ma l'atto più simbolico sarà la missione che Giorgia Meloni compirà di persona nella capitale ucraina, la cui data non può essere confermata per ragioni di sicurezza ma che, con tutta probabilità, avverrà nei prossimi giorni, proprio in concomitanza dell'anniversario dello scoppio della guerra. Non è un caso che, dopo le citate frasi di Salvini, sia i più stretti collaboratori di Meloni che il ministro degli Esteri Antonio Tajani abbiano aumentato il tenore delle proprie dichiarazioni a favore dell'Ucraina.
In particolare, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e braccio destro della premier Giovambattista Fazzolari, ieri mattina, ha fatto da padrone di casa alla presentazione, da parte della zecca di Stato, di una medaglia celebrativa per i due anni della «resistenza ucraina», che sarà messa in vendita e il cui ricavato sarà impiegato per iniziative benefiche a favore dei bambini ucraini che hanno subito traumi di guerra. Interpellato dai cronisti sulle frasi di Salvini, Fazzolari non si è sottratto dal fare una corposa messa a punto: «Quali siano le cause specifiche della morte di Navalny - ha detto - credo sia una questione di lana caprina. Navalny - ha aggiunto - è morto perché è stato incarcerato: non doveva essere in carcere e non doveva essere trattenuto in condizioni disumane. Dopodiché, se è morto perché le hanno tenuto mesi e mesi in una cella a - 40 o è morto perché qualcuno è andato appositamente a ucciderlo, credo cambi ben poco. È sempre una persona - ha concluso - che è stata uccisa dal regime putiniano». Il sottosegretario ha poi tenuto a far sapere che la presidenza del Consiglio ha acquistato una grande quantità delle medaglie celebrative e che la premier ne farà dono agli altri leader mondiali. Stando a quanto filtra, infatti, alcuni di loro, al pari della Meloni, si recheranno a Kiev a portare la propria solidarietà a Zelensky nelle prossime settimane.
Quanto a Tajani, il nostro capo della diplomazia ha annunciato che è in dirittura d'arrivo un «accordo bilaterale di cooperazione, sicurezza e difesa con l'Ucraina che la premier metterà a punto nei prossimi giorni». «L'intesa - ha aggiunto - da una veste più strutturata al nostro impegno a favore di Kiev». Una notizia che dalle parti di via Bellerio accoglieranno, verosimilmente, masticando amaro.