«Rivolgo un saluto agli organizzatori, ai relatori, ai partecipanti alla giornata di studi dedicata all'istruzione, formazione e lavoro in carcere. Si tratta di un tema di significativo rilievo in considerazione della primaria funzione della formazione e del lavoro che rappresentano una concreta occasione per il reinserimento sociale dei detenuti, anche una volta usciti dal carcere. Auspico che l’esame delle importanti tematiche possa portare a utili risultati e formulo i migliori auguri». Queste le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al presidente del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel), Renato Brunetta, in occasione dell’evento dal titolo “Recidiva zero, studio, formazione e lavoro in carcere”.

Durante l’evento, è emerso che il tasso di affollamento reale delle carceri è pari al 119%. Una forte problematica rimane la difficoltà a prevenire la recidiva e a favorire il reinserimento dei detenuti nella società: 6 condannati su 10 sono già stati in carcere almeno una volta.

Sempre in giornata Mattarella ha presenziato alla cerimonia per l’intitolazione a Vittorio Bachelet - giurista e politico, nonché vicepresidente del Csm, assassinato dalle Brigate Rosse in un agguato alla Sapienza - della sede del Consiglio superiore della magistratura. Un «testimone autentico dei valori della nostra Costituzione - ha detto il Capo dello Stato -. Il dialogo rappresentava per lui, più che un metodo, l’essenza della democrazia. In quegli anni drammatici, Vittorio Bachelet esprimeva la convinzione che il rafforzamento delle istituzioni democratiche si realizzasse non attraverso lo scontro, ma con scelte – per quanto possibile condivise - di piena e coerente attuazione dei principi della nostra Costituzione».

Mattarella ha invitato i consiglieri del Csm ad ispirarsi a Bachelet nell’interpretare il proprio ruolo, ricordando il dovere di indipendenza e di impermeabilità alle circostanze esterne. «Nella logica criminale dei suoi assassini, Bachelet rappresentava le istituzioni che contrastavano con determinazione la violenza terroristica utilizzando soltanto gli strumenti costituzionali e, insieme, esprimeva un profondo senso della comunità e della coesione sociale - ha sottolineato -. Questi due elementi – la Costituzione e il senso di comunità per la coesione sociale – hanno sempre sconfitto i tentativi di lacerazione della società e di disarticolazione delle sue istituzioni. Anche con riferimento a questi valori - richiamati dalla figura di Bachelet - il Csm è chiamato all’impegno di contribuire ad assicurare la massima credibilità alla magistratura, con decisioni sempre assunte con senso delle istituzioni. I nostri concittadini chiedono una giustizia trasparente ed efficiente».