Un doppio messaggio. Il primo, alla vigilia delle votazioni sulla presidenza M5s, interno al Movimento per dire basta a chi rema contro e provoca un’immagine di divisione, vuole una legittimazione piena. Il secondo diretto al governo: il Movimento 5 stelle è la prima forza parlamentare della maggioranza, deve tener conto delle nostre posizioni, sul no all’aumento delle spese militari nessuna intenzione di arretrare. Con un video l’ex premier Conte sferza i suoi ma anche l’esecutivo. Non c’è l’intenzione di minare l’immagine dell’esecutivo ma sulle battaglie care al Movimento si va avanti e «non si gioca più sulla difensiva», l’ex presidente del Consiglio si dice disponibile a correre il rischio di avere tutti contro «pur di difendere gli interessi dell’Italia».

M5S, rischio flop sulla votazione di Conte

«Non votatemi - osserva - se volete una forza estremamente moderata, conservatrice, compatibile con il passato, timorosa del futuro, disposta a piacere a tutti anche a costo di essere la brutta copia di altri partiti». È un modo per sferzare chi, a suo dire, intende logorarlo. Ed è un tentativo a serrare i ranghi perchè dietro l’angolo c’è il rischio flop sulla votazione sul presidente M5s che si terrà oggi e domani.

I temi politici da affrontare

Nell’agosto del 2021 l’ex premier ottenne 67mila voti, ma nell’ultima votazione sullo statuto a pronunciarsi sono stati solo in 38mila. Al momento i fari sono puntati sul Senato: lunedì sera si terrà una riunione di maggioranza per decidere il da farsi sul dl Ucraina. C’è l’ipotesi fiducia, ma a provocare fibrillazione è la partita sugli ordini del giorno. Si tenterà una convergenza: i pentastellati puntano a far sì che ogni discorso sull’aumento delle spese militari venga posticipato alla fine dell’emergenza energetica. Insomma, prima le risposte sul caro bollette - con il rilancio di uno scostamento di bilancio - poi il resto. Ma il governo dovrebbe comunque fare un riferimento nel Def sulla cifra da mettere a bilancio. Da qui il timore all’interno dei gruppi parlamentari che la situazione precipiti, con la considerazione che Draghi non vuole compromessi e distinguo all’interno della maggioranza. «Così si mette a repentaglio non solo l’esecutivo ma anche la posizione dell’Italia di fronte alla Nato e all’Europa», osserva un deputato M5s.

Conte chiede una fiducia totale

Ma è anche la votazione di domani a creare agitazione nei gruppi. Il convincimento di chi all’interno non condivide la linea dell’ex premier è che già in settimana possano arrivare dei ricorsi, portati avanti dall’avvocato Borrè, per rendere nullo l’esito delle due ultime votazioni e bloccare anche la presentazione delle liste alle amministrative. Sotto traccia c’è chi si appella a Grillo, auspicando che sia il garante a fermare Conte perchè - osserva un’altra fonte parlamentare - così va a sbattere. Conte è stato netto: «Se il risultato fosse così risicato sarei il primo a fare un passo indietro. Il Movimento ha bisogno di una leadership forte, di una forte investitura. Non posso accettare che ci sia chi rema contro o lavora per interessi propri».