Non c’è pace nel centrosinistra, nonostante la vittoria in Sardegna, pur avvenuta senza le truppe centriste. Alla vigilia del nuovo appuntamento elettorale in Abruzzo, dove la coalizione è ancora più larga a sostegno di Luciano D’Amico, ci pensa Carlo Calenda ad aprire uno scontro al vetriolo con il leader del M5S Giuseppe Conte.

L’ex premier, durante una sua intervista televisiva, aveva commentato così la possibilità di un’apertura di Azione verso una coalizione allargata: «Calenda dichiara molto spesso, va preso nell’orario giusto, valuteremo i comportamenti concreti. Il suo è un cambiamento nella giusta direzione». Abbastanza per scatenare Calenda che si è lasciato andare a un duro sfogo social per affondare ogni ipotesi di campo largo, inteso in senso strutturale. «Giuseppe Conte, te lo spiego piano e scandito così lo comprendi - ha vergato su X il leader di Azione - Vi considero populisti, incapaci, trasformisti, proputiniani. Avete disastrato il bilancio pubblico con provvedimenti vergognosi come il superbonus. Avete promesso l’abolizione della povertà e avete abolito la dignità. Flirtate con Trump, vi sottomettete alla Cina e vi inchinate alle ragioni di Putin.

Non sosteniamo ne sosterremo candidati del M5S. Se casualmente al movimento 5 stelle capita di sostenere un candidato civico capace, come in Abruzzo, nulla quaestio.Per il resto tenetevi campo largo, campo giusto e il campo russo».

Quasi un definitivo addio all’allargamento verso l’area moderata del fronte M5s- Pd, nonostante il successo di Todde che in tanti avevano sperato potesse essere apripista per nuovi e più inclusivi accordi. Del resto, Calenda, anche nei giorni successivi, sia a mezzo stampa che nei corridoi, non aveva mancato di criticare pesantemente anche l’asse giallo- rosso, eccessivamente sbilanciato a sinistra. Per Calenda la linea sarebbe dettata esclusivamente da Giuseppe Conte con il Pd a inseguire. A Italia Oggi, proprio prima di scagliarsi direttamente contro l’ex premier, aveva avuto modo di dichiarare: «Non capisco cosa abbia da festeggiate il Pd che continua a farsi dettare la linea da Conte che se lo mangerà».

Ma Calenda in questi giorni ne ha per tutti e non ha risparmiato né gli altri possibili alleati, né l’acerrimo nemico Matteo Renzi. Su una possibile intesa in vista delle europee con + Europa ha risposto così durante una conferenza stampa in senato: «Liste con + Europa? Dipende da loro, di sicuro non faremo una lista che mette insieme tutto e di più con Italia Viva, con loro si è rotto un percorso, e al di là delle responsabilità, ripresentarsi con i ren- ziani agli lettori non sarebbe credibile». Il veto nei confronti di Iv, dunque, si ripete in tutta la sua forza così come avvenuto in Sardegna per le liste a sostegno di Soru. E nonostante gli uomini di Renzi avessero provato ad attivare tutti i possibili pontieri. Anche in questo caso le parole di Calenda hanno fatto rumore provocando la reazione del renziano Davide Faraone:. «Davanti all’appello all’unità di Più Europa, però, c’è chi, come Italia viva, ha risposto di sì, senza alcun veto, mentre dall’altra parte Calenda dice “sì ma non con Iv” e continua con la sua crociata personale contro di noi».