Compatta contro l’Europa, la maggioranza si scontra su decreto Sicurezza e legittima difesa. Entrambi i provvedimenti molto cari alla Lega sono all’esame del Senato, dove però trovano l’opposizione di alcuni parlamentari 5 Stelle, capitanati dall’ex ufficiale del caso Concordia, Gregorio De Falco. Sul dl Sicurezza, De Falco ha annunciato battaglia in difesa degli emendamenti da lui stesso presentati: «Ci sono alcuni principi sui quali non posso deflettere avendo giurato sulla Costituzione, da militare. E mantengo questo giuramento», e ancora «La questione è molto semplice, seguo le indicazioni del presidente Mattarella». Lo stesso vale per l’altro fronte caldo della legittima difesa: il Movimento ha presentato sette

emendamenti al testo, tutti depositati da parlamentari vicini al presidente della Camera, Roberto Fico, Gregorio De Falco, Paola Nugnes e Elena Fattori. Le modifiche mirano a ridimensionare l’istituto: eliminazione della dicitura della difesa come «sempre legittima» ; soppressione dell’articolo sull’eccesso colposo ed eliminazione della non punibilità nel caso di «grave turbamento». Modifiche sostanziali che hanno fatto subito insorgere i ranghi leghisti, che però non erano certo all’oscuro dei mal di pancia pentastellati. La tensione tra le due anime della maggioranza sulla questione, infatti, risale addirittura all’esame del testo in commissione, dove però la rottura era stata scongurata con un vertice al ministero della Giustizia. Intorno ai sette emendamenti della discordia, ieri, si è aperto un giallo: fonti leghiste hanno riferito che il Movimento 5 Stelle li aveva ritirati; il passo indietro, però, non ha ricevuto alcun riscontro ufficiale, almeno fino alla serata.