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Mario Draghi
L’Italia corre oltre le attese. Nel terzo trimestre, segnala la stima preliminare dell’Istat, il Pil è cresciuto del 2,6% su base congiunturale e del 3,8% in termini tendenziali. Un dato che va oltre le stime degli analisti che puntavano su incremento del 2,1%. La crescita acquisita per il 2021 è pari al 6,1%. Insomma, se anche il quarto trimestre si chiudesse a quota zero, l’incremento dell’attività economica sarebbe superiore al +6% previsto dal governo nella Nadef. «Dopo un secondo trimestre del 2021 in forte recupero», ha spiegato l’Istat, «nel terzo trimestre dell’anno l’economia italiana ha registrato una crescita ancora molto sostenuta. Il risultato ha beneficiato, per il secondo trimestre consecutivo, di un forte recupero del settore dei servizi di mercato, il più penalizzato dalla crisi, e di una crescita dell’industria. L’incremento tendenziale del Pil è anch’esso marcato nel terzo trimestre dell’anno e segue il recupero eccezionalmente ampio del secondo trimestre, derivato dal confronto con il punto di minimo del secondo trimestre del 2020». A correre però è anche l’inflazione. Secondo le stime preliminari dell’istituto, a ottobre, ha accelerato ancora per il quarto mese consecutivo ed è salita dello 0,6% rispetto a settembre. Su base tendenziale l’incremento si è attestato al 2,9% dal 2,5% del mese precedente, segnando il dato più alto da settembre 2012. A pesare è stata soprattutto la corsa dei beni energetici, che sono aumentati del 22,9% su base annua e hanno contribuito da soli per quasi due punti percentuali all’inflazione. Le cose non sono andate meglio a livello di Eurozona, dove i prezzi al consumo sono balzati del 4,1% su base annua. Nel resto d’Europa è cresciuta oltre le attese anche la Francia, il cui Pil è salito del 3% nei tre mesi estivi e si è riportato ad appena lo 0,1% dai livelli pre-Covid. In difficoltà invece è risultata la Germania, dove l’incremento dell’attività economica nel terzo trimestre si è fermato all’1,8%, contro l’atteso +2,2%. E meno delle stime ha portato a casa anche la Spagna, con il prodotto che è aumentato del 2%, a fronte del previsto +2,7%. Nel complesso dell’Eurozona, il Pil è avanzato del 2,2%, con l’Austria (+3,3%) che ha registrato l’aumento più elevato e il Portogallo (+2,9%) che ha soffiato all’Italia il terzo gradino del podio.