C'è un olezzo particolarmente nauseabondo che emana dalla vicenda della crisi romana: l'odore dei soldi. Roba tecnica che non riguarda la politica? E' vero il contrario.A scorrere l'agenda della sindaca della prima città italiana, e della più inguaiata, si direbbe che nei suoi primi mesi in Campidoglio abbia dovuto passare ore soprattutto a parlare di soldi, stipendi ed emolumenti. In parte capita sempre quando un'amministrazione s'insedia, ma di solito la faccenda non occupa per settimane il centro della scena e delle attenzioni del sindaco, né determina tsunami politici. Stavolta invece sì.Prendiamo i casi più eclatanti: quelli dell'assessora all'Ambiente Paola Muraro e della non più capo di gabinetto Carla Raineri, che con le sue dimissioni ha innescato la reazione a catena che continua a produrre esplosioni quotidiane.Paola Muraro, agronoma, diventa consulente Ama durante l'amministrazione Veltroni, introdotta secondo alcune voci dal marito colonnello dei Carabinieri. Diventa però una specie di superconsulente quando al Campidoglio arriva Alemanno: lei e i due vertici Ama, Franco Panzironi e Giovanni Fiscon, formano un trio compatto. A cementare il sodalizio sarebbe la comune vicinanza a uno degli uomini chiave del gruppo di potere di Gianni Letta che a Roma era potentissimo: Antonio Catricalà oggi socio di uno dei grandi studi legali romani, Lipani, Catricalà & partners.Le consulenze per Ama si moltiplicano e pagate a peso d'oro. L'agronoma però non mantiene con Ama un rapporto esclusivo ma lavora come consulente anche con aziende private. E' questo uno dei motivi del conflitto con l'ex amministratore di Ama Fortini, dal quale deriva la marcia della consulente verso l'assessorato.E' la senatrice del Pd Laura Puppato, sua amica, a presentarla a Stefano Vignaroli, uno dei principali esponenti non solo dell'M5S del movimento che a Roma si è opposto allo strapotere del Supremo Manlio Cerroni, e l'agronoma diventa rapidamente una "protetta" di Vignaroli e di Paola Taverna. In parte perché l'M5S ha bisogno di tecnici che sappiano dove mettere le mani nella ciclopica montagna di spazzatura che sommerge Roma. In parte, forse, perché persino i più insospettabili nemici di Cerroni si rendono conto che non è possibile governare Roma senza parlare con chi comunque continua a controllare buona parte del ciclo dello smaltimento dei rifiuti, e Paola Muraro sembra essere un ottimo tramite. Sul punto di diventare assessora con la giunta a 5 Stelle si fa saldare proprio da Manlio Cerroni oltre 20mila euro per una consulenza. E il bello è che non ci trova nulla di strano.Il braccio di ferro tra la sindaca e Carla Raineri, imposta dall'assessore con deleghe a mazzi Minenna, è sempre sui quattrini. Lei chiede 220mila euro l'anno, mica ci può perdere anche solo un centesimo ohibò! Poi viene fuori che l'anno prima ne aveva guadagnati "solo" 168mila, ma s'impunta, e Minenna, protettissimo dalla Direttora Carla Ruocco con lei, così la magistrata porta a casa 193mila euro e quando, dopo il vaglio dell'Anac, le viene proposto di scendere a 130mila alza i tacchi e se va seguita dal super-assessore e con lui dall'amministratore Ama. Quando ci sono di mezzo i princìpi la solidarietà è d'obbligo.Non è solo una faccenda, misera e miserevole, desolante, di denari. Il quadro generale è molto più grave. I partiti tutti competono per la guida di Roma avendo abdicato al compito di varare in proprio progetti politici, sulla scorta di tecnici che non siano al soldo di chi paga meglio. Non sanno letteralmente a chi rivolgersi, così s'incaricano della faccenda figure che con la politica non dovrebbero avere nulla a che fare, come i grandi studi legali. In una situazione simile, peraltro, è ovvio che "i tecnici" trasmigrino da un'amministrazione all'altra, anche a fronte di presunti disegni politici opposti, come se nulla fosse: da Veltroni ad Alemanno a Marino a Raggi, attenti soprattutto a moltiplicare la prebenda, magari addirittura per tre come è successo al capo della segreteria Salvatore Romeo per il quale, innegabilmente, l'adesione all'M5S si è rivelato anche un buon affare.Non è stato il Movimento 5 Stelle a creare questa situazione. Non è con la giunta Raggi che gli studi legali hanno iniziato ad avere voce in capitolo e i tecnici senza bandiera a incassare stipendi d'oro in ogni stagione. Però è anche per bonificare questa melma e restituire alla politica un senso che i romani hanno votato per Virgina Raggi.