La senatrice dem Laura Puppato non è degna di stare nell'Anpi. L'associazione dei partigiani fieramente schierata per il No - «perché la Costituzione nata dalla resistenza non si tocca» - ha infatti deciso che la sua tessera verrà presa e buttata nel cestino. Lorenzo Capovilla, intransigente presidente Anpi di Crespano, grazioso comune Veneto a due passi dal monte Grappa a da Caporetto, ha infatti spiegato alla "Tribuna di Treviso" che non appena gli arriverà la richiesta della senatrice Puppato, la prenderà e la straccerà. «Poi - ha specificato - le ridarò i soldi dell'iscrizione». E a chi gli chiede il motivo di tanta furia e indignazione, Capovilla è chiaro e netto: «Un conto è avere idee personali sul referendum, ci mancherebbe; un altro è essere un nostro associato e, soprattutto essendo un politico noto, fare comizi a favore della modifica della Costituzione, che noi, invece, difendiamo coi denti».Insomma, un'epurazione in piena regola. Almeno così l'ha vissuta la diretta interessata. «Credevo che i partigiani avessero combattuto contro il fascismo per la libertà, oggi invece vedo l'Anpi manifestare a Latina assieme a Forza Nuova e viene espulso chi esprime un'idea diversa dal vertice». E ancora: «Sono iscritta da molti anni, perché credo vada portata avanti questa esperienza di associazionismo che onora chi combattè per la libertà del nostro paese e vigila sul rispetto dei diritti di tutti, ma oggi vedo che non è importante il valore delle persone, la loro storia, il loro impegno per la democrazia».Ma il no alla senatrice da parte dell'Anpi di Crespano è arrivato solo dopo quello dell'Anpi di Montebelluna, paese nel quale Puppato è stata sindaca. Insomma, la purga dell'Associazione dei partigiani ha agito in modo unitario e inesorabile: per chi dice Sì al referendum e allo "stupro" della Costituzione nata dalla resistenza non c'è spazio. Qualcuno ha cercato di aiutare la senatrice in modo "clandestino". Qualche "dissidente" dell'Anpi l'ha infatti contattata via Facebook provando a tesserarla di nascosto, ma non c'è stato nulla da fare: «Mi hanno particolarmente colpita i messaggi dei tanti iscritti che mi hanno offerto di tesserarmi nelle loro sezioni, anche se l'hanno dovuto fare privatamente», ha spiegato. E poi la frecciata ai vertici dei custodi della memoria partigiana: «Il Pd non espelle nessuno e credo che l'Anpi dovrebbe prenderne almeno esempio, l'associazione che onora chi ha combattuto per la libertà non può espellere chi è in dissenso con una parte della loro dirigenza. Farò ricorso ai probiviri, non per me ma per chi è morto per permettermi di vivere in una Repubblica democratica», ha concluso.Tra i pochi a inviare la solidarietà a Puppato c'è stato il democrat Stefano Esposito: «Ho sempre evitato qualunque commento sul No dell'Anpi al referendum costituzionale, ma espellere Laura Puppato perché vota sì è follia stalinista», ha detto. Da segnalare anche la bizzarra autodenuncia di altri due democrat. I senatori Pd Andrea Marcucci e Franco Mirabelli hanno infatti inviato una lettera all'associazione spiegando di trovarsi in una situazione analoga: «Noi come Laura Puppato siamo iscritti all'Anpi ma anche attivamente impegnati nella campagna elettorale per il Sì al referendum costituzionale. Attendiamo di conoscere se il nostro impegno a sostegno del Si, sia improvvisamente incompatibile con la militanza orgogliosa e convinta all'Anpi». Ai due risponde indirettamente il presidente nazionale Carlo Smuraglia: «La senatrice Puppato fa propaganda per il Sì. Non si può manifestare atteggiamenti contrastanti con la linea assunta dal congresso dell'Anpi. Si tratta di un atto apertamente contrario a quanto deciso dal congresso e idealmente si mette fuori». Discorso chiuso.E mentre i resti della tessera di Puppato riposano in qualche cestino dell'Anpi, non si hanno notizie degli iscritti di Latina che qualche giorno fa si sono ritrovati a difendere la Costituzione nata dalla resistenza accanto a Forza nuova. Chissà cosa avrebbero detto i partigiani.