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Sull’ipotesi che quanto accaduto il 9 ottobre a Roma facesse parte di un «disegno quasi assecondato, devo respingere fermamente questa lettura, perché essa oltre a non tener conto del susseguirsi dei fatti, insinua il dubbio che le forze di polizia si prestino a essere strumento di oscure finalità politiche. È un’ingiusta accusa». La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese lo dice chiaro e tondo: la strategia della tensione lasciatela perdere. Lo dice nel corso dell’informativa urgente alla Camera dopo l'assalto alla sede della Cgil a Roma, adducendo spiegazioni anche sulla gestione dell'ordine pubblico di ieri a Trieste. Proprio lo sgombero dei portuali "no pass" e gli scontri con la polizia avevano fatto piovere sul Viminale le accuse del centrodestra, con Salvini e Meloni che puntano il dito contro la gestione troppo "dolce" di Roma, ed eccessivamente dura di Trieste. «L’andamento delle manifestazioni svoltesi nell’ultimo fine settimana- spiega Lamorgese - fa sì che non si possa in alcun modo abbassare la guardia e anzi induce a mantenere costantemente massima l’attenzione per garantire che non sia turbata la tranquillità della comunità nazionale». E lo strumento «è garantire il doveroso equilibrio tra il diritto a manifestare anche il proprio dissenso e la tutela dei diritti di libertà dei cittadini nel rigoroso rispetto dei principi costituzionali». «Garantisco nella mia responsabilità di ministro dell’Interno, incoerenza con i valori che hanno accompagnato la mia lunga esperienza al servizio della Repubblica, che tutti i cittadini potranno essere certi che questi due diritti saranno sempre tutelati - dice la ministra - nel rispetto dei principi democratici che sono alla base del nostro paese». Ma tanto non basta a convincere Fratelli d'Italia che torna ad attaccare Lamorgese e a chiedere le sue dimissioni: «È inadeguata, nasconde la verità». Al punto che in segno di protesta Giorgia Meloni esce dall’aula appena la responsabile del Viminale inizia a parlare. Terminato l’incontro il capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Lollobrigida spara ad alzo zero contro il ministro. «Lei oggi ci poteva raccontare la verità. Fdi non smetterà di chiederla, lei dovrà rispondere di ogni riga, di ogni rapporto, di oggi foto perché noi davvero continuiamo a pensare che Fn, sia strumentale e che rispunti ogni volta ce n’è necessità, durante una campagna elettorale per annebbiare la vista agli elettori, per spaventare la gente». «Siamo convinti - sottolinea Lollobrigida- che tutte le organizzazioni eversive vadano sciolte, all’estrema destra come all’estrema sinistra che evidentemente voi continuate a coprire». E ancora: «Giudicheranno gli italiani, come giudicheranno le menzogne e la vigliaccheria di chi oggi ha rappresentato un governo, che tenta in ogni modo di restare al proprio posto anche di fronte ai fallimenti di una ministra inadeguata come Lamorgese». In mattinata Meloni aveva invitato tutti sui social a raccogliere le firme per sfiduciare il ministro: «Lamorgese unico ministro al mondo che usa il pugno duro con manifestanti e lavoratori pacifici e - allo stesso tempo - consente a violenti e delinquenti di organizzare maxi rave party o rovinare le proteste altrui.#SfiduciamoLamorgese, firma anche tu». La leader di Fdi si è resa protagonista anche di un botta e risposta on line con una giornalista che "la riprende" su sul look in Aula. «Meloni interamente vestita di nero lascia platealmente l’Aula non appena la ministra Lamorgese conclude il suo intervento», scrive sui social la cronista. Pronta la replica della Meloni su Fb: «È blu, interamente vestita di blu, quanto vi piace la mistificazione».