«È una finanziaria di notevole portata, necessaria per affrontare temi urgenti del Paese». Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl, è abbastanza soddisfatta della manovra annunciata dal governo. E anche se ancora non esiste un testo ufficiale - solo le slide illustrate da Matteo Renzi - per il sindacato moderato la nuova legge presenta almeno due aspetti che vanno nella giusta direzione: su previdenza e produttività. «I 7 miliardi sulla previdenza sono una risposta assolutamente adeguata agli impegni che avevamo assunto insieme al governo. Cioè rivedere di fatto la legge Fornero, dando risposte intergenerazionali», dice Furlan in conferenza stampa. «La previdenza nel passato molto spesso è stata utilizzata con messaggi sbagliati per spaccare le generazioni come: "non andrai in pensione perché sono andati troppo presto i tuoi nonni", oppure, "non trovi lavori perché sono troppo garantiti gli attuali lavoratori"».Per la Cisl la manovra colma la frattura tra vecchi e giovani grazie a una serie di correttivi: la gratuità del cumulo contributivo e la flessibilità in uscita. Un adeguamento, quest'ultimo, che riguarda soprattutto «chi è più debole: chi ha perso il lavoro, chi ha finito gli ammortizzatori sociali, chi fa un lavoro gravoso, chi ha uno stato di salute precario. L'anticipo dell'uscita dal lavoro per queste persone sarà carico dello Stato - per chi guadagna fino a 1.500 euro lordi di pensione -. Per è noi un fatto importante di equità», rivendica Annamaria Furlan. Che poi parla dell'altro tema gradito alla sua organizzazione: le misure per la produttività. «La detassazione rende più pesanti le buste paga dei lavoratori», dice.La posizione della Cisl, però, cozza con le del capo della Cgil Susanna Camusso. La leader del sindacato "rosso" ha criticato aspramente la decisione del premier di prevedere finanziamenti "al buio" per le imprese. Bersaglio principale: il superammortamento per chi investe in macchinari e beni strumentali (140 per cento), che sale al 250 per cento per chi investe in tecnologie. «È il terzo anno che Renzi dice alle imprese: adesso tocca a voi. Si continua a pensare che dandogli risorse a pioggia si stimoli lo sviluppo. Ma non hanno alcun vincolo», ha detto la segretaria della Cgil. «Senza vincoli anche una misura giusta come il superammortamento rischia di essere inutile. Gli imprenditori l'hanno usato per rifarsi la macchina, non per investire. Gli investimenti privati negli ultimi due anni sono scesi. Non vorrei che adesso si rifacessero il tablet». E se il governo liquida le parole di Camusso come semplice «disprezzo» nei confronti degli imprenditori, per la Cisl il sostegno alle imprese non deve essere considerato un tabù. C'è stata un «po' di polemica che a nostro avviso non serve», risponde a distanza Annamaria Furlan. Anzi, aiutare chi investe in innovazione è essenziale per far ripartire la produttività.Ma per la Cisl, la legge di Bilancio non è tutta rose e fiori. Restano da sciogliere alcuni nodi che l'esecutivo ha preferito rinviare al prossimo anno. Come la rivisitazione dell'Irpef. «Se insieme a questi provvedimenti fossimo riusciti a incidere sull'Irpef, attraverso una rimodulazione delle aliquote fiscali, per rendere più pesanti stipendi e pensioni, sarebbe cresciuto anche l'indice dei consumi», spiega Furlan.Che però si augura che il 2017 diventi «l'anno in cui maturi la riforma fiscale attraverso il confronto con le parti sociali, tenendo presente che il 95 per cento di quanto viene versato nelle casse dello Stato arriva dai lavoratori dipendenti e pensionati». E tra i motivi di insoddisfazione, il segretario della Cisl inserisce il contrasto alla povertà («non ritroviamo quelle risorse che dovevano servire per l'inclusione», dice) e il contratto pubblico. Per quest'ultima voce il governo ha stanziato 1,9 miliardi. «Il problema è che si tratta di una spesa onnicomprensiva, riguarda sia il contratto che le assunzioni. Bisogna fare chiarezza e capire quanto rimane per il contratto», secondo Furlan, convinta che si debba «aprire subito il tavolo per ridisegnare le relazioni industriali nella pubblica amministrazione», in modo anche da attivare nel pubblico la contrattazione di secondo livello.