Eppur si muove. Da una parte la ricerca di appoggi internazionali, con l’incontro con António Costa, segretario generale del Partito Socialista e primo ministro del Portogallo, dall’altra la ricerca di stabilità interna, con la chiamata a raccolta dei pezzi da 90 del partito per compattarsi in vista delle Europee.

Dopo un’estate militante «di passione e di impegno, tutte e tutti insieme, da sud a nord d’Italia», come ha spiegato ieri in un video pubblicato su Instagram per dire grazie «ai militanti, alle volontarie e volontari delle feste, alle persone che ci hanno accompagnato e sostenuto», la segretaria del Pd Elly Schlein serra le fila e si prepara elle battaglie dell’autunno, in primis quelle su lavoro e salari.

E lo fa forte di un’aria nuova che tira nel partito, con un “grande saggio” come Dario Franceschini che ha deciso di sciogliere la propria corrente, Area Dem, per dare vita a una componente che riunisca la sinistra del partito, da Zingaretti a Nardella.

Con l’obiettivo di sostenere o quantomeno non ostacolare il cammino della segretaria nel tentativo di compattare quel 20 per cento di voti che costituisce lo “zoccolo duro” del partito e magari farlo fruttare nei prossimi mesi, prima delle Europee. Obiettivo condiviso anche dai “neo- ulivisti”, che la scorsa settimana si sono riuniti sul Lago d’Iseo per l’iniziativa “Crea” L’Italia del futuro”.

Tra loro anche Anna Ascani, che ieri ha criticato pesantemente la Nota di aggiornamento al Def con cui il governo ha fissato la cornice nella quale scriverà la prossima legge di Bilancio. «Erano quelli che “La pacchia è finita! Meno tasse, stop accise, sostegno alle famiglie” - ha scritto su X la vicepresidente della Camera - Tutte balle. Caricano solo altro debito sulle spalle dei giovani. Dovrebbero chiedere scusa, non lo faranno. E per le promesse tradite la colpa sarà sempre di altri».

Ma è sulle questioni del lavoro che si giocherà gran parte della capacità del Pd di riprendersi i voti persi in questi anni, ed è anche per questo che Schlein questa mattina sarà allo stabilimento Magneti Marelli di Crevalcore per sostenere i lavoratori in mobilitazione dopo che l’azienda ha ribadito l’intenzione di non ritirare la procedura e di andare avanti con la chiusura.

«Il Partito democratico è al fianco dei lavoratori della Magneti Marelli di Crevalcore in lotta per il loro posto di lavoro - ha detto ieri Maria Cecilia Guerra, responsabile lavoro del Nazareno - All’incontro con la regione e le forze sociali i vertici aziendali dell’azienda hanno confermato l’intenzione di chiudere lo stabilimento, disinteressandosi della sorte dei 270 lavoratori: un modo arrogante di fare impresa, tipico dei fondi comuni di investimento che muovono i loro capitali solo in funzione del profitto».

L’altro fronte aperto sul tema è quello del salario minimo, dopo che l’incontro agostano tra governo e opposizioni ( ad eccezione di Italia viva) aveva portato a un nulla di fatto e alla consegna del dossier nelle mani del Cnel.

«In commissione Lavoro, nel corso dell’ufficio di presidenza, abbiamo chiesto che ci sia un’audizione del presidente del Cnel Brunetta prima che venga presentato il rapporto al Governo e prima che si vada in aula con il salario minimo il 17 ottobre - ha dichiarato Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera - Il Parlamento deve essere informato del lavoro che si sta facendo, perché la legge sul salario minimo è di iniziativa parlamentare. È quindi utile che ci sia questo scambio. Il presidente Brunetta è una figura che ha sempre avuto un rispetto sacrale del Parlamento, dunque siamo certi che saprà cogliere questa nostra richiesta».

Sul punto, la segretaria non ha alcuna intenzione di mollare, forte del sostegno delle nuove correnti anche in funzione anti M5S, che dai migranti alla politica economia nelle ultime settimane ha più volte bacchettato i dem. Che quindi vogliono tenere la barra dritta a sinistra, anche a costo di far allontanare qualche esponente dell’area riformista verso lidi calendian- renziani.