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Elly Schlein alla ManifestazioneContro il Remigration Summit di varie realtà della sinistra presso San Babila - Milano, 17 Maggio 2025 (Foto Claudio Furlan/Lapresse) Demonstration against the Remigration Summit by various realities of the left at San Babila - Milan, May 17, 2025 (Photo Claudio Furlan/Lapresse)
È partita una specie di fuggi fuggi generale nel Pd dalla manifestazione di oggi a Roma contro il riarmo, sostenuta da oltre 400 sigle, associazioni, reti e Ong e alla quale hanno aderito convintamente anche M5S e Avs. Con il passare dei giorni è risultato infatti sempre più evidente che una partecipazione compatta del partito avrebbe spaccato i dem, visti i toni sostenuti da alcune sigle aderenti alla piazza. Si va dai giovani palestinesi, che non riconoscono l'esistenza dello Stato d'Israele, a chi è pronto a bruciare in piazza bandiere di Ue e Nato, con buona pace di riformisti e moderati del Pd. I quali sono stati i primi a tirarsene fuori, e nelle ultime ore hanno continuato ad attaccare sul punto allontanandosi più possibile da eventuali presenze. «Il Pd non aderisce alla manifestazione, e fa bene, perché dobbiamo essere coerenti con il nostro impegno a partecipare alla definizione di una difesa europea - ha detto la deputata Lia Quartapelle - Chi ci va, lo fa a titolo personale» . L'esponente dem ha poi spiegato che «l’anima del Pd è europeista, senza dimenticare che quando, nel 2019, abbiamo fatto un governo con il M5S, è accaduto perché loro, da posizioni euro- ostili e sfasciste, hanno cambiato idea, votando la presidenza di Ursula von der Leyen e diventando europeisti». Proprio i pentastellati però sono i più convinti nel sostegno all'iniziativa di oggi, che si aggiunge all'appello del presidente Giuseppe Conte ai leader europei progressisti per una manifestazione a L’Aia martedì, quando nella capitale olandese si terrà il vertice Nato. «Riuniamoci all’Aia anche noi in quei giorni cruciali per dare voce a un’altra idea di Europa - ha scritto l'ex presidente del Consiglio in un intervento pubblicato dal quotidiano spagnolo El Pais Confrontiamo e facciamo dialogare le nostre idee all’Aia per ricostruire il nostro futuro, minacciato da questa scellerata corsa al riarmo». Ma la linea pentastellata è pesantemente criticata da Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo e una delle voci riformiste più presenti nel dibattito dem. «La maggioranza degli italiani chiede un’alternativa perché questo Governo non sta facendo bene perché non rappresenta le potenzialità del nostro Paese, quindi ci sarebbe bisogno di un’alternativa credibile - ha detto Picierno - È evidente che se Conte convoca il contro vertice come se fosse il leader di un centro sociale e non il leader di una proposta
alternativa credibile e le altre forze politiche non sono chiare rispetto alla politica estera, si fa un regalo enorme, l’ennesimo, a Giorgia Meloni ed è quello che io vorrei a tutti i costi evitare».
Ma dall'esponete dem arriva anche un affondo al suo stesso partito, sottolineando tuttavia la scelta di non aderire alla piazza. «È bene ricordare che il Partito Democratico è impegnato nelle istituzioni per migliorare il piano von der Leyen, pur avendone evidenziato alcune criticità: la politica estera non può diventare una tela di Penelope: non si può lavorare al mattino nelle sedi istituzionali e poi, nel pomeriggio, scendere in piazza a contestare ciò su cui si è appena lavorato - ha aggiunto Picierno - Il Pd ha scelto di non aderire alla manifestazione proprio perché impegnato a incidere concretamente sul piano. Partecipare a una protesta che ne mette in discussione l’impianto stesso sarebbe controproducente e anche sbagliato. Perché altrimenti questa diventa una politica interessata a piegare la realtà ai propri desideri». Eppure c'è chi gli esponenti dem in quella piazza ci andrà, come il capogruppo in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto. «Mi sembra che la linea del Pd e della segretaria Elly Schlein sia stata molto chiara, No al riarmo di Ursula von der Leyen - ha detto ieri - Si a un piano per la difesa comune europea. Siamo federalisti: il piano di riarmo di Ursula von der Leyen è sbagliato. Non è un piano per la difesa comune europea, che è un obiettivo a cui tendiamo tutti. È il piano di riarmo della Germania, lo ha detto Draghi, non lo dico io».
Presente anche il capogruppo dem in Consiglio regionale del Lazio, Mario Ciarla, che parla di «una mobilitazione che raccoglie l’appello di tante realtà sociali, sindacali e civiche per chiedere con forza che l’Europa e l’Italia imbocchino con decisione la via della pace».