PHOTO
European Commission President Ursula von der Leyen addresses the plenary at the European Parliament in Strasbourg, eastern France, Thursday, July 18, 2024. Ursula von der Leyen was making her final pitch Thursday to lawmakers at the European Parliament ahead of a vote on whether to grant her a second five-year term as president of the European Union\'s executive commission. (AP Photo/Jean-Francois Badias) Associated Press / LaPresse Only italy and Spain
Tutto rinviato alla prossima settimana. Forse. La presentazione della nuova squadra di commissari europei da parte della presidente della Ursula von der Leyen non avverrà oggi, come inizialmente previsto, ma martedì, per permettere di limare gli ultimi dettagli sui nomi che comporranno la squadra.
In particolare, lo stop è stato ufficialmente attribuito al governo sloveno, il quale deve aspettare il via libera da parte del Parlamento, atteso per venerdì, sulla nomina del proprio commissario. «Solo dopo questo passaggio - ha spiegato il governo di Lubiana - la nomina del candidato sarà completa ed ufficiale».
Da qui il rinvio della presentazione davanti alla Conferenza dei Presidenti (CoP), con il gruppo dei Socialisti che tuttavia mette di nuovo in discussione l’intero sostegno a von der Leyen. Il problema è il ruolo che verrà attribuito a Raffaele Fitto, attuale ministro per gli affari europei nel governo di Giorgia Meloni. In caso di sua nomina a vicepresidente esecutivo della Commissione (per la quale l’esecutivo italiano spinge), i Socialisti potrebbero dire no all’intera squadra di commissari.
«Portare proattivamente l’Ecr nel cuore della Commissione sarebbe la ricetta per perdere il sostegno progressista - ha dichiarato la capogruppo Iratxe Garcìa Perez - Sarà la “composizione del prossimo Parlamento” a decidere questa Commissione, ha detto la presidente prima delle elezioni: esiste una maggioranza europeista con un accordo europeista e bisogna metterlo in pratica adesso».
La nota del gruppo S&D fa capire dunque che dietro il rinvio ci sono questioni ben più politiche piuttosto che l’impasse della Slovenia sul proprio commissario, anche se la delegazione del Pd, che fa parte del gruppo, si è affrettata a far sapere che l’ammonimento non viene dai dem.
Ma l’intera maggioranza, e anche una buona parte dell’opposizione al governo di Giorgia Meloni, spinge per un ruolo di primo piano per Fitto nella prossima Commissione. L’Italia è «uno dei Paesi fondatori» dell'Ue, «è la seconda manifattura europea e, in quanto tale, ci aspettiamo che il nome indicato dal governo italiano sia preso in considerazione per le giuste deleghe e per una vicepresidenza operativa», ha sottolineato l’eurodeputata di Forza Italia e del Ppe Letizia Moratti, incontrando i giornalisti a Bruxelles.
Alla domanda se Fitto sia destinato a ricevere una delega ad “ombrello” di supervisione su tutta l’Economia, alla Valdis Dombrovskis, o più circoscritta, Moratti ha risposto che «il nome di Raffaele Fitto è stato indicato dal governo italiano» ed è «un nome che rispecchia le competenze che vengono richieste a un commissario» perché «il ministro Fitto ha una grandissima esperienza a livello europeo e sui dossier che vengono discussi in Europa».
Decisivo per il via libera alla nuova squadra di von der Leyen sarà anche il voto dei Liberali di Renew, vicini al presidente francese Emmanuel Macron, che si sono riuniti per due giorni in Belgio. «Il Trattato sull’Unione Europea afferma che i Commissari devono essere scelti in base alla loro competenza generale - si legge in quella che è stata definita “la dichiarazione di Ostenda” - Chiederemo loro di dimostrare la massima competenza e integrità nel loro portafoglio, ma anche di avere una visione chiara per esso, azioni concrete e un metodo ben ponderato per trasformare le buone intenzioni in realtà».
Per Renew «il Trattato afferma che i Commissari devono essere completamente indipendenti e non cercare né accettare istruzioni da alcun governo» e per questo, affermano, «chiederemo loro di non nazionalizzare mai la politica europea, ma piuttosto di europeizzare le questioni nazionali ogni volta che parlano al pubblico nel loro paese d’origine». Uomo avvisato, mezzo salvato.