«Io sono molto tranquillo. Ho rispettato le regole del M5S e la legge. Farò chiarezza agli organi di garanzia, di cui mi fido ciecamente». L'ex iena e oggi eurodeputato M5S Dino Giarrusso non si scompone nonostante il capo politico Vito Crimi abbia deciso di deferirlo ai probi viri. L'accusa? Aver incassato donazioni da parte di alcune società di lobbing, come rilanciato dalla trasmissione Report, per un totale di 14.700 euro, durante la campagna elettorale del 2019. Il più corposo, 5 mila euro, è stato elargito da Carmela Vitter, moglie di Piero Di Lorenzo, presidente della Irbm di Pomezia, società di biotecnologie che collabora con l'Università di Oxford per la realizzazione di un vaccino contro il Covid. Altri 4.800 euro sarebbero stati “recapitati” a Giarrusso da Ezia Ferrucci che rappresenterebbe gli interessi della stessa Irbm ma anche di alcuni colossi internazionali: la British American Tobacco, il gruppo Hera e Bracco. Infine, a finanziare l'attività politica di Giarrusso, con 4.900 euro, anche la Promedica Srl. Quale sarebbe il problema? Il Movimento ha imposto un tetto di 3 mila euro per tutte le donazioni e obbliga i candidati a non accettare contributi da lobbisti. Un fatto molto grave per la morale pentastellata, che adesso potrebbe provocare persino l'espulsione dell'ex giornalista. Ma in un lungo video postato su Facebook l’europarlamentare si difende dagli attacchi ribadendo la correttezza del suo operato: «Il finanziamento è assolutamente regolare. L’ho accettato solo dopo aver saputo che nel 2018 la stessa Ferrucci ha finanziato allo stesso modo la campagna elettorale di tutto il M5S», donando 4mila euro al Comitatoelettorale per le politiche. Peccato che, sa secondo il vademecum con gli adempimenti per le elezioni europee 2019, «ogni candidato del MoVimento 5 Stelle non può accettare donazioni da parte di uno stesso soggetto complessivamente superiori a 3mila euro». Raccomandazione di cui l'ex iena, a quanto pare, non sapeva nulla. «È un vademecum interno, legato solo alle europee, che onestamente mi era sfuggito», dice Giarrusso. «Ho comunque comunicato tutto, in piena trasparenza, sia al nostro comitato interno che naturalmente agli organi previsti dalla legge, e nessuno ha avuto nulla da ridire su questo». Ma qualcuno, più d'uno, ha da ridire eccome sui finanziamenti ricevuti dall'europarlamentare. Come il collega di partito Ignazio Corrao, eurodeputato come Giarrusso. «Farsi finanziare le campagne elettorali da chi ha interessi, ti mette in una posizione scomoda verso il finanziatore», scrive su Twitter. «Per questo nessuno del M5S si è mai fatto finanziare personalmente da lobbisti. Se qualcuno lo facesse, verrebbe espulso immediatamente».