Potrebbe essere lui, a sinistra, lo sfidante di Matteo Renzi. Non al ballottaggio, che Giggino ha già vinto e difficilmente potrà perdere lo scettro di re di Napoli. Luigi De Magistris tenterà un’altra scalata, quella di antagonista del premier alle prossime politiche. In qualsiasi momento si deciderà di andare al voto (anticipato) lui è già pronto. Lascerà il posto di sindaco e sul piano nazionale ruberà il posto a Fassina, andando dritto per la sua strada. Il 21 è prevista un’assemblea in cui lancerà la Podemos italiana, niente a che vedere con Sinistra Italiana che dovrà, se vuole, accodarsi al suo carro.Il piano è chiaro. A Napoli De Magistris verrà sostituito da Alessadra Manente, trentenne ex assessora con un curriculum pesante: nipote dei due giornalisti Guido e Sandro Ruotolo, è la figlia di Silvia Ruotolo vittima innocente della Camorra. Alessandra aveva sei anni, quando la madre fu uccisa “per sbaglio” dalla criminalità organizzata. Ha visto tutto, non ha dimenticato e ha fatto di quel dolore una spinta a fare politica. Oggi potrebbe diventare la migliore sostituta del Masaniello napoletano, che lancia la sfida nazionale. E’ chiaro anche il mondo a cui rivolgersi: la sinistra stanca dei tentavi falliti in questi anni di aggregare in maniera meccanica le forze politiche, più una parte dei delusi dai grillini, il tutto condito da un bel po’ di populismo.De Magistris del resto arriva da lì, dalla Casaleggio e Associati, quando il guru morto di recente stava nello staff di Antonio Di Pietro. L’impronta è quella: un mix di giustizialismo e giustizia sociale dai toni arrabbiati. Giggino non rappresenta il popolo, è il popolo, la sua pancia, anche se amministra e governa una città come tutti gli altri.Il peso che avrà nella “sinistra sinistra” è tutto da verificare, molto dipende dall’esito che avrà lo scontro tra coloro che vogliono continuare ad operare all’interno del centrosinistra e coloro che invece vogliono una rottura totale con il Pd di Renzi. De Magistris persegue questa seconda opzione, ma senza preoccuparsi di costruire alleanze o accordi con l’establishment di altre forze politiche. Lui basta a se stesso, non vuole mediazioni. Finora il successo gli ha dato ragione, vincendo al primo turno una sfida diretta con Renzi che ha fatto di tutto per non perdere la piazza napoletana. Lo spazio per lui c’è. La fluidità del Movimento Cinque Stelle non contrasta progetti simili al suo ma con nomi diversi. La sostanza è la stessa e si fonda sulla protesta e su un antirenzismo sempre più radicato dentro e fuori del Pd. L’ex magistrato avrà modo di farsi valere già durante lo scontro per il referendum, cavalcando le ragioni del no. La speranza è che le elezioni siano anticipate. Lui si sta preparando e i risultati gli danno pieno sostegno. A quel punto per Fassina e company ci sarà poco da fare: la sinistra anti Renzi sarà lui. Un Masaniello che cavalca la rabbia, ma sa bene come giocare le sue carte.