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L’Associazione Luca Coscioni ha depositato oggi in Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare per legalizzare tutte le scelte di fine vita, inclusa l’eutanasia attiva. Saranno necessarie almeno 50mila firme per poter presentare la proposta in Parlamento, dove è calendarizzato per metà luglio la discussione su un testo della maggioranza che non ha ancora preso forma nel comitato ristretto di Palazzo Madama. L’obiettivo della proposta di legge è disciplinare le condizioni e le procedure per porre fine volontariamente alla propria vita, anche con l’aiuto attivo di un medico, nel rispetto della dignità umana e dell’autodeterminazione, eliminando l’attuale discriminazione tra persone malate dipendenti da trattamenti di sostegno vitale, ovvero uno dei quattro requisiti previsti dalla Consulta, e chi no.
«Di fronte a un Parlamento bloccato e a un Governo che boicotta la libertà di scelta, servono di nuovo i cittadini. Chiediamo che anche in Italia si possa accedere legalmente all’eutanasia, come in Spagna, Olanda, Belgio e Lussemburgo. A breve inizierà la raccolta firme. I Parlamentari trovino almeno il coraggio di discutere, come stanno facendo in Francia e in Inghilterra. Ne va della dignità stessa del Parlamento, oltre che delle persone che soffrono», hanno dichiarato Marco Cappato e Filomena Gallo, Tesoriere e Segretaria nazionale dell’Associazione.
«La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum per consentire l’eutanasia legale nel nostro Paese, ma nel contempo aveva richiamato il Parlamento ad intervenire con una legge - ha spiegato Gallo - Questa proposta di legge si basa sulle sentenze della Corte Costituzionale che per quattro volte ha invitato il Parlamento italiano a intervenire con una legge che garantisca la libertà di scelta delle persone, perché una buona legge garantisce chi vuole procedere con una morte volontaria assistita e chi questa scelta non la vorrà mai fare e non si vedrà mai imposto nulla. Ci siamo ispirati al quadro normativo internazionale. Sul sito dell’associazione Luca Coscione trovate anche una mappatura delle norme in materia di fine vita e abbiamo preso quello che potevamo adattare al quadro normativo italiano partendo dalle sentenze della Corte Costituzionale che sono la via su cui lavorare, sulla base anche di quello che prevede la nostra Carta Costituzionale: il diritto all’autodeterminazione che non deve trovare limiti nel rispetto delle libertà altrui».
Il testo prevede che possano accedere alla morte volontaria assistita persone maggiorenni, capaci di intendere e volere, affette da patologie irreversibili o con prognosi infausta a breve termine, che causano sofferenze fisiche o psicologiche ritenute intollerabili dalla persona stessa. La scelta tra l’autosomministrazione dei farmaci per il fine vita e la somministrazione da parte del medico è lasciata alla volontà del paziente, in base alle proprie condizioni cliniche e alle preferenze personali, in accordo con il medico. La procedura potrà poi avvenire in strutture sanitarie pubbliche o convenzionate, oppure a domicilio con supporto medico. Tutto l’iter è affidato al Servizio sanitario nazionale e prevede un processo di verifica da concludersi entro 30 giorni. È garantito il diritto all’obiezione di coscienza per il personale sanitario, ma le strutture devono comunque assicurare la procedura.
Se questa volta in Parlamento fosse la volta buona «potrei chiedere di poter morire. Questa sarebbe la più grande felicità che mi bloccherebbe sicuramente il cuore per la gioia, davvero», ha detto Mina Welby. «Ringrazio Filomena Gallo, Marco Cappato e tanti altri che lavorano con noi, io come presidente dell’associazione Luca Coscioni e come moglie di Piergiorgio Welby, perché lì c’è un piccolo seme che adesso porta tanti e tanti frutti - ha aggiunto - Tutte quelle particolari leggi che abbiamo potuto fare, la gente che ci contatta per avere i propri diritti vengono da questo seme. Io ringrazio davvero i nostri ragazzi che non ci sono più, aiutateci ancora, siate con noi con il vostro spirito perché è lo spirito vostro in noi».