La Legge sul fine vita arriva in Aula alla Camera, per iniziare un percorso che non si annuncia né in discesa né veloce. Da programma, la discussione generale sulle norme che regolano il «rifiuto di trattamenti sanitari» e la «liceità dell'eutanasia» inizia oggi. Ma sui tempi che saranno necessari per dibattere la questione è difficile fare previsioni. Tanto che fra i parlamentari c'è chi esclude la possibilità di arrivare al voto prima di Natale. Sul testo incombono infatti diverse incognite, come la possibilità che si possa fare ricorso a voti segreti che, quando si tratta di temi etici, hanno un esito sempre poco prevedibile. Lo insegna l'esperienza del ddl Zan: il 27 ottobre, la Legge che avrebbe introdotto «misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per sesso, genere o disabilità» è stata affossata dal Senato che, a voto segreto, ha approvato «il non passaggio all'esame degli articoli». Le norme sul fine vita arrivano in Aula a Montecitorio al termine di un lungo lavoro nelle commissioni Affari Sociali e Giustizia, che si è chiuso con una proposta approvata dal centrosinistra ma bocciata dal centrodestra. Il presidente della commissione Giustizia alla Camera, Mario Perantoni (M5s), è comunque ottimista sull'esito dei lavori dell'Aula. «La destra in commissione ha espresso una decisa opposizione al testo sul fine vita - ha spiegato - ma abbiamo comunque aperto un dialogo serio, introducendo alcuni loro punti per loro molto importanti. Io non credo che si potrà fermare questa legge perché il Paese la aspetta». Se Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia e Coraggio Italia chiedono limiti più stringenti, sul fronte opposto l'associazione Coscioni ha già presentato proposte di emendamenti «ritenuti indispensabili perché, al contrario del testo attuale, la legge rappresenti un passo avanti». L'elaborazione delle norme è partita dalle indicazioni della Corte costituzionale che, nel novembre 2018, ha sollecitato il Parlamento a varare una legge sul suicidio assistito. Nel 2019 ha poi indicato quattro i pilastri: che il paziente sia in grado di intendere e volere, che sia affetto da una malattia non reversibile, che abbia sofferenze psichiche o fisiche intollerabili, che dipenda da presidi vitali. La legge che arriva in Aula alla Camera stabilisce il percorso attraverso cui «la persona affetta da una patologia irreversibile e con prognosi infausta o da una condizione clinica irreversibile» può «richiedere assistenza medica, al fine di porre fine volontariamente e autonomamente alla propria vita». Nel corso dei lavori, la commissione ha accolto alcune delle richieste del centrodestra, come l'introduzione della possibilità di obiezione di coscienza per i sanitari e la previsione che le sofferenze del paziente siano «fisiche e psichiche» e non «fisiche o psichiche», come indicato dalla Consulta. Fra gli sponsor di una regolamentazione del fine vita c'è il presidente della Camera, Roberto Fico: «L'Italia deve colmare il vuoto normativo sul suicidio medicalmente assistito perché in questo modo entrerà nell'era di un Paese più civile e giusto», ha detto nei giorni scorsi.