«Solidarizzare con gli skinheads è una scelta che non porta bene. Sono gli stessi che venivano a prendere a calci i nostri gazebo». Gianni Fava, assessore lombardo all’Agricoltura, leader della minoranza interna del Carroccio che si è data appuntamento a Chignolo Po, si smarca da Matteo Salvini. E ricorda: «Bossi è la Lega, deve essere ricandidato».

Assessore Fava, il governatore Roberto Maroni, al quale lei è molto vicino, si distingue ancora una volta da Salvini e da Giorgia Meloni ( Fd’I), invitando la destra a condannare il blitz dei neofascisti a Como nel centro immigrati. Lei, intanto oggi, con Umberto Bossi, a Chignolo Po, riunisce i militanti che non amano la svolta nazional- sovranista. Ci sono ormai due Leghe?

Non ci sono due Leghe. Ma sensibilità diverse. Vorrei disgiungere le due cose: l’iniziativa che facciamo è stata programmata da tempo, l’altra (blitz degli skinheads, ndr) è una questione più recente.

Salvini, che quell’aggressione non l’ha condannata, a Maroni risponde un po’ polemicamente dicendo che ognuno deve fare il suo mestiere.

Credo che Salvini abbia ragione, nel senso che essendo lui il segretario federale ha titolo per prendere le posizioni che ritiene più idonee. Ma ciò non toglie che Maroni faccia emergere la sensibilità storica della Lega. Noi siamo un movimento post ideologico che nasce sulle ceneri dell’anti- comunismo e dell’anti- fascismo. Principi chiari che erano ben netti negli anni 90. Io personalmente la penso come Maroni. Poi naturalmente spetta a Salvini fare delle scelte. Io non credo però che queste scelte portino bene, sinceramente.

Quali scelte?

Personalmente non solidarizzerei con gli skinheads. Perché credo che in questo momento sarebbe utile un impegno forte per solidarizzare invece con il popolo catalano che sta combattendo una battaglia d’indipendenza. E poi perché io credo che quei signori lì ( i neofascisti, ndr) siano gli stessi che qualche anno fa cantando l’inno nazionale venivano a prendere a calci i gazebo della Lega. C’è un problema da sempre con questi signori. Credo per questo che Maroni faccia bene a prendere le distanze.

Il governatore, ex segretario leghista, che giovanissimo fu con Bossi nella Lega degli esordi, ricorda un principio fondante del Carroccio: non siamo né di destra né di sinistra.

È stato il mio motto nella campagna congressuale, quella è la nostra storia. La Lega nasce come movimento territoriale, è il sindacato del Nord e continua ad esserlo. I tentativi di trasformarla in qualcosa di diverso ci porterebbero lontani dagli obiettivi iniziali. Un sindacato territoriale è per forza di cose post ideologico. Un po’ come fa la S. Wolkspartei in Parlamento: a loro non interessa se il governo è di destra o di sinistra, l’importante è che risponda alle loro esigenze. Però sempre con dei principi saldi dal punto di vista della civiltà e della democrazia.

Salvini, forte dell’ 82 per cento e passa, con il quale ha battuto lei alle primarie, potrebbe accusarvi di fare a Chignolo Po, con Bossi, un’operazione nostalgia.

È al contrario un’operazione di modernità, ma la storia va ricordata: sono vent’anni dal parlamento della Padania. E in questa storia c’è della modernità, se pensiamo a tutto quello che sta succedendo in Europa, ai movimenti indipendentisti in Catalogna, Gran Bretagna e in Corsica. Questa fase di decomposizione degli Stati nazionali ci consegna un’Europa diversa, delle regioni, dei territori, non delle piccole patrie. È l’Europa come l’avevano immaginata i padri fondatori. Siamo arrivati alla nemesi storica. Oggi quindi il nostro messaggio è il più moderno perché guardiamo avanti.

Sarete una spina nel fianco per Salvini?

Noi al contrario siamo una grande opportunità, siamo il presidio dell’obiettivo che una fetta consistente della Lega continui a votare per la Lega. Dobbiamo impedire che il nostro elettorato storico se ne vada e scelga sigle fantasiose che si affacciano in alternativa. Quindi, io mi sento una risorsa per la Lega e per Salvini.

Il fatto che lei sia da sempre di rito maroniano alimenta il sospetto malizioso che “Bobo” ( come lo chiamano quelli a lui più vicini, ndr) stia dietro a questo organizzarsi della minoranza interna.

No, Maroni condivide la piattaforma nostra dal punto di vista ideale. Ma non c’è nessun coinvolgimento suo in questa iniziativa. Questa non è una battaglia per generali, ma per soldati semplici, quelli appunto che saranno a Chignolo.

Bossi sarà la star dell’evento.

Ma lui è la Lega! L’ha inventata lui. Oggi è giusto che ci sia un segretario che ha l’età e l’entusiasmo di Salvini. Ma non riconoscere a Bossi i suoi meriti storici, come è normale che sia, è qualcosa da non leghisti. Chi ama la Lega non può non amare Umberto.

Deve essere ricandidato? Berlusconi ha detto che se la Lega non lo fa è pronto a farlo lui.

Bossi va assolutamente ricandidato. Il Cavaliere è un uomo molto intelligente. Ma Bossi è il presidente a vita del movimento, se esiste la Lega, se esistono Maroni e Salvini è perché c’è lui.