Non si smonta il caso migranti in Albania, e anzi si arricchisce di un nuovo botta e risposta, questa volta tra Repubblica e il primo ministro albanese, Edi Rama. Tutto nasce dal blitz di quattro parlamentari del Pd nei due luoghi adibiti all'accoglienza dei migranti in Albania. Uno dei centri praticamente ultimato, l'altro ancora lungi dall'essere completato.

Mentre i dem cavalcano la polemica e Fratelli d’Italia affida la risposta al capogruppo alla Camera Tommaso Foti, che butta la palla in tribuna, Repubblica pubblica un colloquio con lo stesso Rama, dal quale si evince che il premier albanese abbia scaricato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sulla questione. Poche ore, e arriva la smentita di Rama su X.

«No, non ho cambiato idea né ho dato un’intervista, ho fatto l’albanese che pratica la nostra antica religione dell’ospitalità offrendo il caffè a cari amici venuti dall’Italia a Tirana», scrive Rama. Con il cronista «abbiamo colloquiato di tante cose in una bella atmosfera di amicizia, e certo anche dell’accordo e della storia dell’immigrazione clandestina dall’Albania verso l’Italia, alla quale il governo D’Alema riuscì a porre fine con grande buon senso e lungimiranza strategica. Ma mai avrei immaginato che sarei finito ancora una volta nella palude della battaglia politica italiana - dice Rama-, virgolettato con parole che non ho mai detto, tipo "sarà un flop" o "ci vorrebbe D’Alema" sotto il titolo "Rama scarica la Meloni” nel quale non mi riconosco per niente», assicura Rama.

«Comunque ripeto: se dovessi tornare cento volte sui miei passi cento volte farei l’accordo sui migranti con l’Italia e con nessun altro Paese», assicura inoltre il premier albanese, che aggiunge di aver «sempre detto che secondo me è una cosa nuova che dovrà confrontarsi alla prova della realtà. Subito dopo arrivano le parole di Meloni, che definisce Rama «una persona coraggiosa, un amico sincero dell’Italia», per poi aggiungere che «ha smentito, ma non è una novità».