«Noi non c’entriamo nulla», sottolinea il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto. «Il governo può dormire sonni tranquilli», chiarisce il segretario Antonio Tajani. Sul banco degli imputati per i fuorionda di Andrea Giambruno pubblicati da Striscia la Notizia, Forza Italia nelle scorse ha rispedito una volta di più la palla in tribuna, cercando di calmare l’irritazione della presidente del Consiglio verso gli azzurri.

Irritazione partita sì da quanto visto sulle reti Mediaset, e che Forza Italia e la famiglia Berlusconi giurano essere opera solo e soltanto di Antonio Ricci, ma evidenziata poi dalla nomina, da parte del senatore azzurro Alberto Barachini, sottosegretario con delega all’Editoria, di Giuliano Amato quale responsabile degli studi sugli effetti che l’Intelligenza artificiale può avere nel mondo della comunicazione. Tema sul quale ieri è tornato lo stesso Barachini.

«La commissione editoria sull’Intelligenza Artificiale, grazie al chiarimento con il premier Giorgia Meloni con cui mi sono scusato personalmente per il disguido di comunicazione, ha iniziato i propri lavori, mirati ad indicare le ripercussioni dell’IA nell’ambito dell’informazione e dell’editoria al presidente del Consiglio Meloni e al Comitato istituito dal Sottosegretario Butti, che ha competenza generale sul tema», ha detto il senatore forzista. L’obiettivo è quello di «approdare entro tre mesi ad una prima relazione sulle ricadute dell’intelligenza artificiale nell’ambito editoriale, da inviare al premier e al Comitato sull’AI». Poi il ringraziamento ad Amato «per aver accolto l’incarico di presiedere questa Commissione con l’intento di mettersi al servizio delle Istituzioni e della Commissione stessa allo scopo di portare alla luce limiti e opportunità dell’intelligenza artificiale nell’ambito dell’informazione».

La nomina dell’ex presidente della Corte Costituzionale era stata concordata con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e con Gianni Letta, ma senza avvertire Meloni. Una questione di metodo, più che di merito, è stato il refrain di palazzo Chigi, ma certo le polemiche in seno all’opinione pubblica sulla scelta di Amato non stanno calmando le acque. E qui veniamo a quello che potrebbe essere il prossimo terreno di scontro, cioè la legge di Bilancio che, ha spiegato ieri il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, arriverò in Aula, al Senato, tra domani e venerdì.

«Forza Italia è leale, seria, credibile, affidabile - ha rassicurato Tajani circa il futuro governo - Non c’è nessuna iniziativa per indebolire il presidente del Consiglio e continuiamo per la nostra strada». Spiegando poi che, in riferimento al caso Giambruno, «la famiglia Berlusconi non ha nulla a che vedere con i fuorionda trasmessi su Mediaset» e che «non c’è alcun intendimento, per quanto ne so, di creare danno al governo».

Sull’ipotesi di un “fuoco amico” nelle ultime vicende personali di Meloni intervenuto poi Sisto, spiegando che la presidente del Consiglio «non si riferisce sicuramente né a Fi né a Mediaset, certamente non è un fuoco amico e quindi sarà un fuoco nemico» e assicurando poi che Forza Italia «non c’entra nulla». Per poi ammettere che tra i due partiti «c’è una dialettica» ma che «alla fine la quadra, è sicuro, la troviamo sempre».

Cosa che quasi certamente avverrà anche per la legge di Bilancio, a meno che questa «dialettica», di cui parla Sisto, non si trasformi in un tentativo di portare troppa acqua al proprio mulino. In manovra ci sono le richieste di Forza Italia, a partire dalle pensione minime, e gli azzurri su questo non molleranno. «La rivalutazione delle pensioni è dentro alla manovra e noi di Forza Italia ci siamo battuti per l’aumento delle pensioni minime, portandole da 600 a 620. Nessuno lo aveva fatto in vent’anni», ha detto il deputato azzurro Alessandro Cattaneo, piantando una bandierina tanto cara a Silvio Berlusconi.