«Nei casi di sentenza irrevocabile di assoluzione perché il fatto non sussiste o l'imputato non lo ha commesso, i fatti materiali accertati in sede dibattimentale» faranno «stato nel processo tributario quanto all'accertamento dei fatti medesimi». È quanto stabilisce la delega fiscale, il cui testo è stato pubblicato il 14 agosto in Gazzetta Ufficiale, con lo scopo di «rivedere i rapporti tra il processo penale e il processo tributario», in coerenza «con i principi generali dell'ordinamento». La questione riguarda i casi in cui parallelamente alla violazione tributaria viene contestato un reato, mettendo in moto due diversi procedimenti, quello tributario e quello penale. Ma se i fatti accertati nel processo penale in presenza di assoluzione definitiva faranno stato nel processo tributario, sembrano escluse le notizie di reato segnalate dall’agenzia delle Entrate, Dogane e GdF - come riporta il Sole 24 Ore -, e che all’esito di controlli fiscali non sfociano in un procedimento penale. Questo può accadere nel caso in cui il pm chiede l'archiviazione, o nei casi di ordinanza di non luogo a procedere emessa dal Gup.

Nonostante ciò, in base alla legge delega le valutazioni di pm e giudici non entrano nel processo tributario, impedendo in maniera singolare all’interessato di beneficiare delle pronunce a proprio favore in quella sede. Il che potrebbe spingere a voler provare la propria innocenza in dibattimento, con tutte le conseguenze del caso e un impatto notevole sul sistema giustizia. In primis un allungamento dei tempi del processo e un sovraccarico di lavoro per gli uffici.

Il Sole segnala poi la casistica delle derubricazioni effettuate dai pm una volta ricevuta la notizia di reato, come le contestazioni da parte dei verificatori di crediti d'imposta inesistenti o dichiarazioni fraudolenti con altri artifici che il pm “riclassifica” rispettivamente alle voci crediti non spettanti o dichiarazioni infedeli. Tale circostanza non farebbe stato nel processo tributario. Toccherà dunque capire se per le molte contestazioni non esattamente sovrapponibili, tutti i fatti accertati in via definitiva abbiano piena rilevanza nel processo tributario ovvero sia necessaria anche una identità del fatto o addirittura dei soggetti interessati.

Nella riforma particolare attenzione è stata dedicata inoltre alla possibilità di estinguere i debiti tributari prima dell'avvio dei procedimenti giudiziari. La legge introduce la possibilità di estinguere i debiti tributari attraverso il pagamento integrale degli importi dovuti, aprendo la strada anche a speciali procedure conciliative e di adesione all'accertamento. Questa mossa può alleviare significativamente la pressione fiscale sui contribuenti, consentendo una gestione più agevole delle passività tributarie.