Nel mese di luglio 2025 il debito delle Amministrazioni pubbliche italiane è sceso di 14,5 miliardi di euro rispetto a giugno, attestandosi a 3.056,3 miliardi. Lo rileva la Banca d’Italia nel consueto bollettino mensile.

Il calo riflette principalmente l’avanzo di cassa delle Amministrazioni pubbliche, pari a 14,2 miliardi, la riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro per 0,2 miliardi (ora a 46,8 miliardi) e l’effetto combinato di scarti e premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (0,1 miliardi). Secondo Bankitalia, la diminuzione si concentra soprattutto nel debito delle Amministrazioni centrali (-14,4 miliardi). Le Amministrazioni locali hanno registrato un calo più contenuto (-0,1 miliardi). Gli Enti di previdenza sono rimasti pressoché invariati. La vita media residua del debito si conferma stabile a 7,9 anni.

Chi detiene il debito italiano

Prosegue la lieve riduzione della quota di debito detenuta dalla Banca d’Italia, scesa al 19,5% (dal 19,6% di giugno). A giugno – ultimo mese disponibile – si registra invece un incremento della quota detenuta dai non residenti, salita al 33,6% (dal 33,2% di maggio), e dagli altri residenti (famiglie e imprese non finanziarie), cresciuti al 14,2% dal 14,1% del mese precedente. Il calo registrato a luglio segna un segnale positivo per i conti pubblici italiani, ma il livello complessivo del debito pubblico resta oltre i 3.000 miliardi, mantenendo l’Italia tra i Paesi più indebitati dell’area euro.