Rottamazione, gufi e sinistra sono spariti. Al loro posto sono comparsi referendum, futuro e cambiamento. Per la prima volta il linguaggio di un Presidente del Consiglio è stato analizzato con l'ausilio di un computer con l'obiettivo di individuare le "spie" linguistiche rivelatrici di una evoluzione politica. Sotto le lente sono finiti 1.836 documenti scritti da Matteo Renzi nell'arco di quattro anni: dal 2012 al 2016. Un corpus dal quale il computer, grazie all'analisi delle frequenze, ha estratto 281.650 elementi significativi tra parole semplici e termini complessi, come ad esempio "riforma della pubblica amministrazione". La ricerca è stata condotta dal professor Alessandro Lenci, del Laboratorio di linguistica computazionale dell'Università di Pisa, coadiuvato dai suoi collaboratori Lucia Passaro e Alessandro Bondinelli.La scelta degli ultimi quattro anni non è casuale. Il 2 dicembre 2012 Renzi pronunciò a Firenze, da sindaco, il famoso discorso dopo essere uscito sconfitto da Bersani al ballottaggio delle primarie per il candidato premier del centrosinistra: «Ho perso, ho sbagliato, vi chiedo scusa», disse. Fece i complimenti a Bersani e precisò: «Non dirò mai, io ho non vinto». Il 3 dicembre l'Unità titolò: «Vince il discorso perdente. Linguaggio Renzi seduce tutti». Michele Serra, su Repubblica, definì il discorso del sindaco «Un elogio della politica di grande livello retorico, decisamente emozionante». E non è forse un caso che il presidente del Consiglio abbia scelto proprio Firenze per chiudere quattro anni dopo la campagna referendaria.L'analisi non poteva dunque che partire dal "rottamatore", per poi prendere in considerazione la fase di Governo e l'ultimo periodo, tutto incentrato sulla sfida del referendum sulla legge costituzionale. Matteo Renzi ha attraversato la politica come una furia: presidente della Provincia di Firenze dal 2004 (aveva 29 anni), sindaco della città del Giglio dal 2009, segretario nazionale del Pd dal 2013, Presidente del consiglio dei ministri dal 2014 (è il più giovane capo di governo della Repubblica Italiana). Un percorso non facile, non scontato, che spesso, quasi sempre, ha implicato la sfida anche nei confronti di compagni di partito nel Pd. Anni nei quali Renzi e il renzismo sono ovviamente cambiati. Per certi aspetti anche profondamente. Possiamo ancora parlare di un Renzi "rottamatore"? E cosa sopravvive di quella stagione, inaugurata con la Leopolda del 2010? Che fine hanno fatto i gufi e le riforme? C'è ancora spazio nel vocabolario di Renzi per parole quali sinistra? Una "spia" che può aiutare a comprendere questa evoluzione politica è il linguaggio, con i suoi vizi, le sue ripetizioni, le scelte di termini diversi.RisultatiPer avere una visione globale e immediata del cambiamento del linguaggio di Renzi in queste tre fasi della sua vita politica, le parole selezionate sono state rappresentate con un Wordle (un'immagine che rappresenta l'uso delle parole) per ciascun periodo. La grandezza delle parole è proporzionale al peso P (periodo | termine) cioè alla frequenza del termine in un determinato periodo. Grazie a queste rappresentazioni grafiche le differenze linguistiche, e quindi di orientamento politico, appaiono immediatamente visibili. Come l'enfasi portata sul "cambiamento" dal Renzi rottamatore, con tutta una serie di termini che richiamano l'abolizione dei finanziamenti ai partiti, poi successivamente spariti dalla narrazione del Presidente del Consiglio. Il periodo del Governo è infatti dominato dal tema delle riforme e da tutta una serie di termini legati all'azione dell'esecutivo. E' l'era del "fare": scuola, lavoro, crescita, etc. Significativo anche che i termini concreti delle riforme sui "contenuti" spariscano di fatto nella terza fase, dominata solo dalla riforma costituzionale: un'immagine forte di come l'azione di governo si sia all'improvviso messa in stand by in attesa degli esiti del referendum.Il termine rottamazione, sul quale Renzi ha costruito la prima fase, dalla Leopolda al Governo, sparisce nella seconda fase per essere del tutto assente nella terza. Anche il termine sinistra subisce lo stesso destino, con un continuo e drastico decremento da una fase all'altra. Il termine gufi, entrato in scena nella stagione delle riforme del periodo Governo, è praticamente scomparso nella fase più recente, tutta incentrata sul referendum e sulla posta in gioco legata alla riforma costituzionale. La parola riforma, che ha avuto una sua brillante stagione nella seconda fase di Renzi, si è poi notevolmente ridimensionata nel terzo periodo, quando tutto il lessico del Presidente del Consiglio sembra concentrasti su un unico lemma: referendum. E' qui, probabilmente, che, in un modo o nell'altro, si giocherà il destino di Renzi e, forse, anche il futuro del Paese.