Non accennano a diminuire i botta e risposta tra Lega e FdI sulle armi a Kiev, dopo il vertice Nato di Washington in cui l’Italia ha ribadito l’invio di missili Samp-T a Kiev. Dopo le parole di Zaia sulla necessità di «chiudere questa partita» e dunque di smettere di inviare armi all’Ucraina, la risposta arriva per bocca del ministro della Difesa, Guido Crosetto, in una lunga intervista al Corriere

«Lavorare per la pace è obiettivo di noi tutti», spiega rispondendo a una domanda sulle posizioni della Lega. '«Solo che mentre c’è chi se lo ricorda una volta al mese, per fare titolo quando va di moda, la presidente del Consiglio, Tajani e io questo obiettivo lo perseguiamo ogni giorno - chiarisce - Ma dare l’opportunità all’Ucraina di difendersi non significa non volere la pace. È vero il contrario: significa volere una pace giusta». 

Non solo. Crosetto ci va giù ancora più duro quando in sostanza accusa la Lega di volere la resa di Kiev. «Bisogna essere conseguenti: chi dice non mandiamo altre armi sta dicendo anche che non vuole aiutare gli ucraini a difendersi dai missili che cadono su ospedali, scuole, case mietendo vittime inermi, anche bambini, ogni giorno – incalza il ministro della Difesa – Sta dicendo che vuole lasciare che quelle bombe cadano. Allora lo dica, completi il ragionamento. Non si persegue la pace lasciando semplicemente che una delle parti soccomba». 

Poi chiude il ragionamento ricordando tuttavia di non aver «mai trovato dissenso da parte della Lega» quando illustra «atti formali in Aula come al Copasir» e che la cosa importante è «non dividersi su quelli, non che ogni tanto qualcuno enfatizzi una posizione per ragioni mediatiche».