«La lettera di Giorgia Meloni è lacunosa e tendenziosa quando chiede “a tutti di abbassare i toni” che Fdi ha alzato vergognosamente». L’ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, che è tornato a parlare del caso Cospito e delle parole della presidente del Consiglio, riprese in tono polemico dal segretario del Pd, Enrico Letta. 

«Ciò detto, andare avanti all'infinito con questa polemica non porterà a nulla – spiega Calenda – Siamo disponibili a votare una mozione di censura contro Delmastro e Donzelli, con le altre opposizioni: Poi però torneremo a parlare di sanità con una grande iniziativa il 9 marzo e di istruzione e politica industriale».

Per poi spiegare perché, secondo il numero uno del terzo polo, la polemica debba cessare. «Ho il sospetto che continuare all'infinito giovi più al Governo che alle opposizioni e al paese», conclude. 

Il richiamo a ragionare su «cose concrete» arriva anche dalla capogruppo di Forza Italia al Senato, Licia Ronzulli. «Questa contrapposizione tra maggioranza e opposizione su questi temi è sbagliata, perché apre una falla, ci rende aggredibili – dice a Repubblica – Un Paese che si divide sulla legalità è un Paese fragile». Ronzulli non dispensa colpe su chi abbia alzato i toni, ma fa capire che è il momento di andare oltre. «È una settimana che in Parlamento lo scontro politico si è incendiato, in modo figurato – commenta – intanto gli anarchici stanno incendiando realmente le piazze, fanno attentati, mettono nel mirino le istituzioni, fino ad arrivare al presidente della Repubblica: direi che è ora di mettere fine a tutto questo, è giusto abbassare i toni». 

E torna a parlare anche Andrea Ostellari, sottosegretario alla Giustizia nei giorni scorsi messo sotto scorta assieme al suo omologo, Andrea Delmastro Delle Vedove, e Giovanni Donzelli. 

«Si è lasciato pensare che nei confronti di Cospito si sia consumata una violenza, il che è assolutamente falso – ragiona al Corriere – Il 41 bis non è accanimento, si tratta di un dispositivo previsto, applicabile e applicato dopo un accurato esame della sua situazione, in cui hanno pesato quelle comunicazioni e quei contatti esterni al carcere che potevano comportare un problema per la sicurezza di tutti». E commentando il fatto che Cospito sia il primo anarchico al 41 bis, spiega che «il punto è che si trova al 41 bis non perché è un anarchico, ma perché è un sedicente terrorista che ha avuto pericolosi contatti esterni: quel che mi ha dato fastidio, da parte del Pd, è stato il mettere in discussione il 41 bis per Cospito, anche se è una misura che è stata adottata dopo un esame approfondito dalla ex ministra Cartabia e da un giudice di sorveglianza». I toni, insomma, sono lungi dall’essere stati abbassati.