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Foto Ufficio Stampa Quirinale/LaPresse politica 21-05-2025 Bruxelles DISTRIBUTION FREE OF CHARGE - NOT FOR SALE Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)
«L’attacco feroce e sanguinario che la mafia compì trentatré anni or sono a Capaci, e che ripeté poche settimane più tardi in via D’Amelio a Palermo, costituisce una ferita tra le più profonde della nostra storia repubblicana». Lo ha detto ieri il capo dello Stato, Sergio Mattarella, in occasione del 33esimo anniversario della strage di Capaci. «“La mafia, come ogni fatto umano, ha avuto un inizio ed avrà anche una fine”», ha aggiunto il presidente della Repubblica citando Giovani Falcone, spiegando poi che «occorre tenere sempre alta la vigilanza, coinvolgendo le nuove generazioni nella responsabilità di costruire un futuro libero da costrizioni criminali».
Il ricordo del giudice ucciso assieme alla moglie, Francesca Morvillo, e ai tre agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, si è tuttavia intrecciato con una polemica tra il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, e lo stesso Quirinale, e che riguarda proprio le norme antimafia. Nell’emanare il decreto Infrastrutture approvato lunedì dal Consiglio dei ministri, il Quirinale ha infatti sollevato perplessità acché la competenza dei controlli antimafia per il Ponte sullo Stretto di Messina fosse affidata al solo ministero dell’Interno.
L’articolo in questione del provvedimento è stato espunto in quanto si configurava come una deroga ai controlli antimafia, ma tali deroghe sono previste solo in casi di emergenza, come i terremoti, oppure quando l’organizzazione di alcuni eventi ha tempi molto stretti, come nel caso delle Olimpiadi invernali.
Ma Salvini non ha intenzione di mollare e in sede di conversione del decreto legge è pronto a far reinserire dal Parlamento le norme fatte cancellare dal Colle. «Penso e spero che nessuno si opponga a inserire più controlli possibili contro le infiltrazioni mafiose - ha detto il vicepremier parlando dell’emendamento in arrivo dal Carroccio Non penso che il Quirinale sia contro gli organismi antimafia, semplicemente, vorrò che per il ponte sullo stretto di Messina ci siano gli stessi controlli che ci sono stati per il ponte Morandi a Genova, per l'Expo di Milano, per le Olimpiadi invernali di Milano- Cortina e quindi, siccome quando c'è un'opera che coinvolgerà più di centomila lavoratori e migliaia di imprese in tutta Italia, appalti, servizi, espropri, è giusto che gli italiani, io in primis che ci metto la faccia, abbiamo la certezza che ogni euro speso non finisca nelle tasche sbagliate».
Ad aggiungere carne al fuoco è stato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, secondo il quale «la prevenzione antimafia è stato sempre l’interesse di tutti», ma ammettendo poi di non conoscere «i rilievi» della vicenda e di non averne parlato con Salvini. «Io auspico che i controlli di prevenzione antimafia siano approfonditi, puntuali ed efficaci come sempre fatto dal ministero dell’Interno per il tramite delle prefetture o per il tramite, insieme alle prefetture, della Struttura di missione», ha aggiunto il titolare del Viminale per poi assicurare che «in qualche modo si farà» e che, in ogni caso, non vi sarà «assolutamente» alcun abbassamento della guardia.
Ma lo scambio di battute tra la Lega e il Quirinale, con il Colle che in un comunicato aveva messo in guardia dal fatto che le norme previste nel decreto avrebbero diminuito, e non aumentato, i controlli sulla criminalità organizzata, ha fatto rizzare sulle sedie le opposizioni, che hanno attaccato a testa bassa il leader leghista.
«Quella del Ponte sullo Stretto è una vicenda emblematica - ha detto il presidente M5S Giuseppe Conte - Abbiamo un ministro che passerà alla storia per aver assicurato i ritardi dei treni e l’insicurezza delle strade perché ha rastrellato tutte le risorse necessarie per la manutenzione e la sicurezza dei cittadini per concentrarle sul ' Ponte sullo Stretto». Non solo. «Siccome è ossessionato da quel progetto, che secondo me non si realizzerà mai, nella sua logica di velocizzare tutto, voleva smantellare addirittura alcuni presidi anticorruzione fondamentali e ora il chiarimento del Quirinale dovrebbe zittirlo almeno per qualche giorno...» , ha aggiunto.
«Con le sue dichiarazioni, Salvini apre formalmente uno scontro istituzionale senza precedenti - dichiara il leader dei Verdi Angelo Bonelli Alludere che il Quirinale sia contrario ai controlli antimafia è un atto gravissimo: è inammissibile che un vicepresidente del Consiglio, pur di difendere le sue ossessioni propagandistiche sul Ponte sullo Stretto, tiri in ballo il Presidente della Repubblica e strumentalizzi la lotta alla mafia per fini politici». Duro anche Magi di Più Europa, che parla di «deriva antidemocratica» di Salvini.