Carlo Calenda ha espresso il suo dissenso riguardo alla situazione politica italiana durante la trasmissione L'Aria che Tira su La7. Ha dichiarato: «Io sono molto contrario alle esondazioni della magistratura, ma sono altrettanto contrario che si risponda dicendo che i magistrati creano complotti, perché così non ne usciamo». Queste parole evidenziano un approccio critico e costruttivo verso le istituzioni giudiziarie.

Calenda ha poi osservato che la situazione attuale porta a processi lenti e a una mancanza di giustizia efficace. Ha aggiunto che, sebbene Meloni dovesse garantire la giustizia, ha introdotto 48 nuovi reati, creando confusione e ostacolando il sistema.

Politica estera

Il leader di Azione ha anche commentato il possibile attacco all'Iran da parte di Israele. Ha affermato: «L'Iran è a un passo dall'arricchimento dell'uranio per fare la bomba nucleare. Diventa pericoloso che l'Iran abbia una bomba atomica. È interesse di tutto l'Occidente, non solo di Israele o degli Stati Uniti». Con queste parole, Calenda richiama l'attenzione sulla crescente minaccia nucleare e sull'importanza di una risposta unita da parte dei paesi occidentali.

Critiche alla gestione della Cultura

Calenda ha anche espresso la sua frustrazione riguardo alla mancanza di un piano culturale in Italia. Ha commentato: «Il problema al ministero della Cultura è che non c'è alcun piano sulla cultura. Vale più o meno un paio di miliardi di euro, ma quel piano non c'è». Ha anche criticato il ministro Giuli, definendolo «inadeguato» per la sua incapacità di presentare programmi chiari e comprensibili.

Ha aggiunto: «Se Giuli si fa le canne, lo capisco. Se non si fa le canne, ha un grandissimo problema». Questa affermazione ha attirato l’attenzione sulla necessità di leadership competente nel settore culturale.

Funzionamento dei Ministeri

Calenda ha affrontato anche un tema critico riguardante il funzionamento dei ministeri. Ha dichiarato: «La ragione per cui non funziona nulla nei ministeri è che si prende un capo di gabinetto a cui delegare tutto, mentre i direttori non fanno nulla». Con queste parole, Calenda evidenzia una struttura burocratica inefficiente che frena il progresso.

Politica e giustizia

Calenda ha chiuso il suo intervento con una nota di disillusione, affermando: «Si discute di politica e giustizia? Cavolo, un dato nuovo di contesto. Mai sentito in 30 anni». Le sue osservazioni sollevano interrogativi fondamentali sulla direzione politica e culturale dell'Italia, invitando a una riflessione profonda sulla necessità di rinnovamento e responsabilità.