«Il Pd deve parlare al Paese, non a noi stessi. Basta massimi sistemi: usciamo dal palazzo, mettiamoci in moto, l'opposizione deve essere in campo adesso» con il governo Meloni «siamo pronti al confronto sulle riforme, purché non sia un modo di distrarre l'opinione pubblica dai problemi che non risolvono». Stefano Bonaccini, governatore dell'Emilia-Romagna e candidato alla segreteria del in una intervista al Secolo XIX, respinge le critiche di Andrea Orlando («ha fatto il ministro fino a pochi mesi fa e sarebbe stato utile farsi qualche domanda anche sulla percezione che gli elettori hanno avuto del ruolo svolto dal Pd al governo, visto l'esito delle ultime elezioni») ma nega che ci sia disinteresse per il congresso: «Nelle tante iniziative che sto facendo in giro per l'Italia da ormai un mese, registro tanta voglia di reagire e ripartire. Consiglio di uscire dal Palazzo e dal giro mediatico per toccare con mano la realtà».

Nel partito, prosegue Bonaccini, «serve un cambiamento profondo. Ce lo hanno chiesto gli elettori, che non ci hanno votato nel 2018 né stavolta. E ce lo chiede una società profondamente cambiata». Quanto alle riforme, l'autonomia proposta da Roberto Calderoli «è sbagliata e spacca il Paese», mentre sul presidenzialismo Bonaccini afferma che «mettere in discussione l'istituzione che funziona meglio nel nostro paese è un paradosso» e boccia la bicamerale: «Altro che bicamerale, li spettiamo in Parlamento e nel paese, magari davanti ai distributori di benzina».