«Partiamo dal Paese, perché la vicenda Bari, storia seria, per carità, e da affrontare con rigore e senso delle istituzioni, è stata piegata a un modo di concepire il potere dentro le istituzioni che preoccupa. Da parte nostra c’è la massima disponibilità ad ammettere eventuali responsabilità o errori, ma questa vicenda segnala altro: la deriva orbaniana del governo. Utilizzano con violenza il potere dentro le istituzioni e non affrontano i problemi delle persone». Così Francesco Boccia in una intervista a Repubblica.

«La lista è lunga: i condoni, le forzature sullo Spaccaitalia e sul premierato. Per non parlare del loro rapporto con le inchieste. Quando sono toccati, sono garantisti, difendono i loro ministri sotto inchiesta e cercano anche di bloccarle. Se riguardano gli avversari, si sostituiscono a magistrati e diventano giustizialisti. Mi preoccupa - riprende il capogruppo Pd al Senato - che si possa decidere così la morte di una città come Bari, questa travalicazione del potere esecutivo su quello giudiziario. Anche per questo sono totalmente contrario al premierato di Meloni: se il buongiorno si vede dal mattino, la mèta è Orban o Putin».

«Le anticipazioni su Repubblica - continua Boccia - sono di una gravità inaudita. Nemmeno Corleone ai tempi di Totò Riina, quella infiltrata dalla mafia e non ancora liberata, era stata trattata così dallo Stato. I tempi, la volgarità e la foga messa su Bari non sono mai stati utilizzati neanche per i centri ad alta densità mafiosa. Il commissariamento di Bari sarebbe eversione allo stato puro, al quale risponderemmo con tutti gli strumenti democratici a disposizione. Lo dico ora per non sembrare pazzo dopo: se è così, siamo oltre i confini della democrazia. E lo dico al di là dei falsi contenuti su Decaro, su cui metto le mani sul fuoco».

Quanto al Pd, Boccia sottolinea che «con Elly, chi sbaglia, paga per sempre. Non mi pare che la destra possa dare lezioni di moralità, con un governo pieno di inquisiti. Nel Pd non c’è spazio per i trasformisti. Chi compra voti, va cancellato dalla mappa della politica. E i cacicchi possono ritirarsi a vita privata: li combatteremo in ogni angolo. Emiliano ha combattuto la criminalità in modo duro, chiuso la fabbrica dei veleni, fatto gli abbattimenti di Punta Perotti. Non può essere ricordato per una lista civica sbagliata, comunque, che c’è stata e va cancellata. Quando porti da destra a sinistra gente dal basso tasso etico, commetti un errore da non fare». Capitolo rapporti con M5s: «Quando accetti di allearti con il Pd, accetti le primarie. È nel nostro dna. Se dici che non le fai più per un’inchiesta che non c’entra nulla con Bari, stai offendendo quel popolo. Noi non faremo mai un passo indietro, perché non siamo un partito nelle mani di una famiglia o in cui non c’è confronto democratico. Siamo l’ultimo partito veramente democratico. Io sono stato artefice delle prime alleanze tra Pd e Movimento. Siamo passati da zero al 50% di accordi nel 2022. È un percorso lungo. Non è la prima volta che si rompe l’alleanza, non sarà l’ultima. Ma continuiamo a essere testardamente unitari, perchè solo così batteremo questa destraccia. L’unica cosa che non possiamo fare è essere unitari a dispetto dei santi. Le amministrative hanno il doppio turno e ci si può unire al ballottaggio, anche perché senza Pd non c’è centrosinistra. E vince la destra».

Si chiude sul governo Meloni: «Proprio per la loro inadeguatezza e incapacità, non dureranno molto. Per questo, è più importante esseri pronti a rappresentare un’alternativa che prendere lo 0,1% in più. Temo però che fino al 9 giugno questo appello sarà poco ascoltato».