DECIMO GIORNO DI MANIFESTAZIONI

Nonostante il pugno duro annunciato dal presidente Raisi, a Teheran e in altre numerose città dell'Iran non sembra volersi placare la protesta delle donne che ormai da almeno una decina di giorni e scoppiata a seguito della morte di Mahsa Amini, avvenuta a causa delle percosse subite dalla polizia. La notizia dell'uccisione con almeno sei colpi di arma da fuoco della dimostrante Hadith Najafi, di 23 anni durante le manifestazioni a Karaj, ha contribuito a moltiplicare le proteste. E difficile sapere quante persone siano cadute ferite a morte durante gli scontri, si pensa comunque che ci siano almeno 50 vittime e migliaia di arresti.

I video delle proteste continuano però a uscire, anche se a fatica, dalle città di tutto l'Iran, nonostante la più grande censura di Internet imposta dal novembre 2019. Le restrizioni includono il blocco di WhatsApp, Instagram, LinkedIn e Skype, portando al filtraggio completo dei social media e delle piattaforme di messaggistica in Iran. Ma le autorità sembrano aver adottato un modo più mirato di limitare l'accesso a Internet rispetto alle precedenti ondate di protesta.

Mentre tre anni fa collegarsi alla rete era stato praticamente impossibile per quasi un'intera settimana, ostacolando l'accesso anche ai siti web locali e ai servizi governativi e bancari di base, questa volta i blocchi sono molto più ragionati e non interrompono le attività economiche o amministrative. Le restrizioni influenzano fortemente le connessioni di telefonia mobile, rendendo anche estremamente difficile la connessione a reti private virtuali ( VPN) che aiutano a eludere i blocchi di Internet.

Al di fuori dell'Iran, le Nazioni Unite, l'Unione europea e i gruppi per i diritti umani hanno chiesto indagini indipendenti sulle proteste e sulla risposta dello Stato.

I manifestanti sono scesi in piazza anche in città in Australia, Iraq, Germania, Grecia, Nuova Zelanda, Turchia, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti per esprimere solidarietà ai manifestanti iraniani. E incidenti si sono verificati a Londra e Parigi.

Nella capitale francese la polizia ha sparato gas lacrimogeni e usato tattiche antisommossa per impedire a centinaia di persone di raggiungere la missione diplomatica di Teheran domenica scorsa. A Londra invece, durante gli incidenti sono state arrestate 12 persone e 5 agenti sarebbero stati gravemente feriti mentre i manifestanti cercavano di sfondare le barriere che proteggevano l'ambasciata iraniana nel Regno Unito.