Non si vedevano da quattro mesi i leader del centrodestra, dal vertice di gennaio che ha preceduto l’elezione del presidente della Repubblica. E non è bastato l’aperitivo offerto da Berlusconi nella sua villa di Arcore per far evaporare i malumori accumulati in questo lungo periodo, a prescindere dalle dichiarazioni di facciata.

Il primo a lasciare la riunione, per impegni istituzionali di Roberto Calderoli che lo ha accompagnato, è stato Matteo Salvini che ha dichiarato laconicamente «è stata un’ottima giornata», prima di intrattenersi sul suo impegno per il cessate il fuoco in Ucraina.

Si è spinto oltre Silvio Berlusconi con un commento che, però, è sembrato più un monito che una sintesi attuale dello stato dei rapporti tra Fi, Lega e Fdi. «Il centrodestra è assolutamente unito - ha dichiarato Silvio Berlusconi rispondendo alle domande dei cronisti davanti al cancello della sua villa - soltanto un pazzo potrebbe mandare all’aria la coalizione. È evidente che se si disunisse perderemmo le elezioni, vincerebbe la sinistra. Ci possono essere differenti posizioni su certi argomenti ma sull’argomento principale si vince se si è uniti. Non c’è disaccordo possibile».

Berlusconi ha poi invitato all’unità la coalizione anche per le Amministrative nelle città dove non è stato trovato un accordo ed in vista dei possibili ballottaggi. «Abbiamo parlato di come sono andate le scelte dei candidati per le prossime elezioni amministrative. Per quanto riguarda le città più importanti, abbiamo trovato l’accordo per 21 città: su cinque l’accordo non è stato trovato per pure contrapposizioni locali, persona contro persona, ma siamo sicuri che negli eventuali ballottaggi troveremo l’accordo. Questo è l’impegno di tutti i leader presenti al tavolo».

In relazione, invece, alle elezioni regionali in Sicilia dove è in discussione la ricandidatura di Nello Musumeci, fortemente voluta da Fdi, Berlusconi ha glissato. «Di elezioni regionali non abbiamo discusso in particolare. Io ho parlato dei cambi che Forza Italia ha fatto e intende fare per quanto riguarda le regioni dove abbiamo deciso di arrivare, come avevamo fatto in passato, con i club per la libertà», ha aggiunto Berlusconi, riproponendo poi «i club per la libertà. E in ogni Comune dovremo, oltre al coordinatore comunale di Forza Italia, fare dei club con un presidente che si doterà di tre vicepresidenti. Club a cui potranno iscriversi anche gli elettori di tutti i partiti della coalizione e che avranno come missione quella di andare a incontrare quei 7 milioni di italiani disgustati e sfiduciati della politica attuale». Nonostante le tensioni di questi mesi, per il Cavaliere «il centrodestra così com’è funziona. Abbiamo un programma unico, accettato da tutti nel 2018, adesso lo aggiorneremo, ne discuteremo e avremo ancora un programma unico e, quindi, la coalizione va avanti spedita».

Diverso però il tenore dei commenti di Giorgia Meloni, ultima a lasciare Arcore insieme a Ignazio La Russa. La posizione di Fdi è stata affidata ad una successiva nota stampa che ripropone sul tavolo del centrodestra le principali questioni in discussione che, evidentemente, rimangono irrisolte.

«È sicuramente positivo essersi incontrati, ma l’unità della coalizione non basta declamarla», si legge nella nota diffusa da Fdi al termine dell’incontro. «Occorre costruirla nei fatti Su 26 città capoluogo sono solo 5, ma purtroppo importanti, le città in cui il centrodestra andrà diviso al primo turno ma restano ancora diversi nodi aperti. A partire dalla non ancora ufficializzata ricandidatura del presidente uscente Nello Musumeci in Sicilia, su cui la personale dichiarata disponibilità di Silvio Berlusconi si è fermata di fronte alla richiesta di Matteo Salvini di ritardare l’annuncio del candidato».

Ancora più tagliente la precisazione in ordine alle future alleanze dopo le prossime elezioni politiche. Fdi teme che si possa ripresentare uno scenario simile a quello che ha dato vita al governo guidato da Mario Draghi e specifica il no a future intese trasversali, magari con partiti del centrosinistra.

«Fratelli d’Italia – si legge ancora nella nota - nel confermare la sua indisponibilità a qualsiasi futura alleanza con il Partito democratico e/ o Cinquestelle, confida nella stessa chiarezza da parte degli alleati, convinta che occorra essere uniti non solo nella forma ma anche nelle scelte, nei progetti e nei programmi».

Il percorso per arrivare al “centrodestra unito”, di cui ha parlato Silvio Berlusconi, appare ancora lungo e tortuoso.