PEMIATI ALES BIALIATSKI E DUE ONG

Mentre la guerra in Ucraina se possibile si intensifica ancora di piu con gli scontri feroci che ormai hanno raggiunto sia Kherson e Zaporizhia e ogni giorno si trovano fosse comuni con persone che mostrano segni di tortura. All'orizzonte non si intravede una qualsivoglia possibilità di arrivare almeno a una tregua. Ma un segnale, proprio nel giorno in cui Putin ha festeggiato il suo settantesimo compleanno diventando il leader piu longevo dopo Joseph Stalin, arriva da Oslo dove ieri sono stati annunciati i vincitori del Nobel per la pace. Un premio che significativamente è stato assegnato a tre organizzazioni che da anni si battono per la difesa dei diritti umani in Bielorussia, Russia e Ucraina. Si tratta di uomini come l'attivista bielorusso Ales Bialiatski fondatore del gruppo Viasna ( primavera), dei russi di Memorial International e dell'organizzazione ucraina Center for Civil Liberties.

Berit Reiss- Andersen presidente del comitato norvegese del Nobel ha spiegato le motivazioni della scelta: «si desidera onorare tre eccezionali campioni dei diritti umani, della democrazia e della coesistenza pacifica nei paesi vicini Bielorussia, Russia e Ucraina.» Inoltre Reiss- Andersen ha esortato il regime di Minsk a rilasciare dal carcere proprio Bialiatski. Quest'ultimo è stato arrestato nel luglio dello scorso anno con l'accusa di evasione fiscale, una mossa che gli oppositori di Alexander Lukashenko hanno visto come una tattica neanche troppo velata per mettere a tacere il suo lavoro.

L'organizzazione di Bialiatski è stata fondata nel 1996, è il più importante gruppo per i diritti umani della Bielorussia, il cui lavoro ha tracciato le tendenze sempre più autoritarie di Lukashenko e delle sue forze di sicurezza. Viasna, nato durante le proteste di massa a favore della democrazia diversi anni dopo il crollo dell'Unione Sovietica, ha cercato di aiutare i manifestanti imprigionati e le loro famiglie.

La reazione del governo bielorusso alla notizia del Nobel è stata fortemente critica e sprezzante come se evince dalle parole ufficiali provenienti da Minsk che hanno tacciato quella del Comitato di Oslo come una scelta politica e che il fondatore del premio Alfred Nobel si starà «rivoltando nella tomba.» Il riconoscimento scelto per i russi di Memorial si basa sul lavoro per i diritti umani che va avanti da molti anni e rappresenta un sostegno contro gli attacchi e le rappresaglie subite. Come dimostra lo scioglimento forzato del gruppo di Mosca che è stato costretto a trovare una nuova sede. Particolarmente significativo il nobel per il Centro per le libertà civili ucraino. Oleksandra Matviichuk, responsabile dell'organizzazione si e detta sorpresa ma felice: «siamo grati per questo premio perché abbiamo fatto uno sforzo titanico sull'altare della pace, della democrazia e della libertà.»