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L’ACCUSA DELLA PROCURA: ISTIGAZIONE ALLA VIOLENZA VERSO IL PRESIDENTE ELETTO
Parole a briglia sciolta e soprattutto senza freni, come quando negli anni 80 solcava con grande talento i circuiti automobilistici mondiali. Peccato che stavolta non si tratti di un gioco. La procura federale del Brasile ha aperto un’indagine a carico dell’ex campione di Formula 1 Nelson Piquet per le sue dichiarazioni violente e offensive contro il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, che domenica scorsa ha vinto di misura le elezioni presidenziali. Piquet, tre volte campione del mondo e fervido sostenitore del presidente uscente di estrema destra, Jair Bolsonaro, è chiamato a testimoniare dinanzi la polizia federale, per rispondere a una serie di domande in particolare sul video che lo incrimina.
«Cacciamo questo figlio di p... di Lula. Lula, lì nel cimitero», ha affermato Piquet in un filmato ampiamente visualizzato e condiviso sui suoi canali social, mentre partecipava a una delle tante proteste in corso in Brasile per contestare la vittoria del leader del Partito dei Lavoratori ( PT).
Per la procura federale, le parole di Piquet «incitano al rovesciamento del governo eletto, nonchè alla pratica della violenza contro Lula da Silva», che sarà presidente del Brasile per la terza volta dal 1 gennaio 2023.
«Le dichiarazioni di Piquet non si limitano a semplici espressioni di opinione, ma costituiscono una concreta forma di istigazione nei confronti della popolazione», hanno dichiarato i pubblici ministeri.
«È una persona di pubblica notorietà e quindi dovrebbe sapere che le sue dichiarazioni possono potenzialmente influenzare migliaia di persone» hanno sottolineano gli stessi magistrati. Lula ha vinto il ballottaggio delle elezioni presidenziali di domenica contro Bolsonaro, del quale Piquet è un sostenitore dichiarato, con un margine stretto di 50,9% contro 49,1%.
Da allora migliaia di supporter del capo di stato di estrema destra hanno bloccato le strade in tutto il Paese per respingere la vittoria di Lula, mentre altri hanno manifestato fuori dalle caserme militari, chiedendo un intervento dell’esercito governativo.
Lo stesso Bolsonaro, pur contestando il risultato ha compiuto un gesto distensivo e ha invitato i suoi seguaci ad abbandonare le piazze, accettando implicitamente il verdetto delle urne.
Non è la prima volta che Piquet viene coinvolto in una controversia giudiziaria a causa delle sue improvvide dichiarazioni.
All’inizio di quest’anno, l’ex pilota brasiliano ha usato un termine razzista per riferirsi al sette volte campione di F1 britannico Lewis Hamilton, chiamandolo neguinho, che in portoghese significa “piccolo ragazzo di colore” per commentare una «manovra sporca» che il pilota britannico avrebbe compiuto in pista. E poco convincente è stata la smentita di Piquet che ha fatto riferimento a una «traduzione sbagliata».