Per il gip è un soggetto “violento e con elevata pericolosità sociale” e fa riferimento a un “disturbo bipolare”. Per il difensore bisogna considerare le condizioni mentali

Resta in carcere Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, l'uomo di 32 anni originario di Salerno che venerdì scorso ha ucciso a Civitanova Marche, con un pestaggio violentissimo, Alika Ogorchukwu, il lavoratore ambulante nigeriano che stava tentando di vendere qualcosa alla compagna di Ferlazzo che in quel momento si trovava con lui. Un omicidio feroce, premeditato, in quattro minuti la vittima indifesa e claudicante per un investimento subito tempo fa, è stata gettata a terra e finita a mani nude. Tutto sotto gli occhi dei passanti senza che nessuno intervenisse in difesa di Ogorchukwu, anzi in molti si sono limitati a riprendere la drammatica scena con il proprio smartphone.

Il gip di Macerata, Claudio Bonifazi, ieri ha convalidato l'arresto di Ferlazzo dopo l'udienza che si è tenuta nel carcere di Montacuto, ad Ancona. L'ordinanza descrive l'arrestato come ' soggetto violento e con elevata pericolosità sociale, oltre che alla presenza di evidenti gravi indizi di colpevolezza, e del pericolo di reiterazione del reato'. Circa le cause della morte dell'uomo si attende il risultato dell'autopsia che si terrà stamattina alle 11 all'ospedale di Civitanova Alta, dove si trova la salma. L'accertamento delle cause della morte dovrà evadere i quesiti posti dal pm di Macerata, Claudio Rastrelli e cioè l'epoca della morte, le ragioni e le eventuali concause nonché i mezzi che l'hanno determinata. Il legale nominato dalla famiglia di Ogochukwu è l'avvocato Francesco Mantella mentre il consulente di parte è il medico legale Stefano Tombesi. La salma sarà restituita ai familiari solo dopo gli opportuni riscontri e probabilmente riportata in Nigeria dove si svolgeranno i funerali.

Per il gip sarebbe già evidente che a provocare la morte sia stata l'aggressione da parte di Ferlazzo. Quest’ultimo ieri davanti al giudice per le indagini preliminari, come ha riferito il suo legale, avrebbe ammesso completamente la sua responsabilita chiedendo scusa alla famiglia dell’ucciso, collaborando con gli inquirenti e confermando l’impianto accusatorio della procura che contesta le accuse di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e di rapina.

Fin qui il contesto giudiziario dell'indagine. L' omicidio però è avvenuto in un periodo particolare per l' Italia, all'inizio di una campagna elettorale che si preannuncia già densa di scontri e caratterizzata da una propaganda giocata sulle emozioni dell’opinione ubblica.

Al gesto di Ferlazzo non è stato riconosciuto una motivazione razziale, lui stesso ha escluso qualsiasi movente di questo tipo, cosa confermata anche dalla sua compagna. Quella dell'assassinio dunque sarebbe stata un'aggressione scaturita dal suo particolare stato mentale. Non a caso il gip ha parlato anche di un ' disturbo bipolare' che dovrà essere approfondito. Il colore della pelle del lavoratore ambulante dunque non avrebbe avuto nessun peso nel suo gesto efferato, e in questa maniera cadrebbero tutte le polemiche arrivate da sinistra sui motivi della morte del nigeriano.

Certo rimane il fatto che a protestare in piazza per l’assassinio è stata praticamente solo la comunità nigeriana e che a Civitanova Marche si è chiusa forse per timore di strumentalizzazioni. Ma il passato di Ferlazzo, man mano che si conoscono più particolari, racconta di un percorso di disintossicazione in una comunità di recupero a Lecce, diversi episodi di violenza e almeno due ricoveri con Tso. Episodi descritti anche dalla sua fidanzata che pareva aver dato a Ferlazzo stabilità. La realtà si è rivelata diversa scoprendo retroscena che hanno scatenato nuove polemiche. Per l’avvocato Mantella l’elemento psichiatrico che si inserisce nelle cause dell'omicidio di Alika, serve a riflettere: «Se Ferlazzo aveva un amministratore di sostegno, pare fosse la madre, perché questi non era vigilato? Bisognerà avviare una serie di verifiche». La madre Ursula infatti era stata nominata dal tribunale di Salerno sua amministratrice di sostegno, la tutor che doveva controllare i suoi eccessi. Ma chiaramente non poteva intervenire a 400 chilometri di distanza. Non bastavano dunque i farmaci prescritti dai medici senza una figura di controllo, un buco dunque verificatosi all'interno del sistema sanitario marchigiano gestito dalla Regione governata dall'esponente di Fdi Acquaroli che ha annunciato che si costituirà parte civile. Intanto sui social si è scatenato un botta e risposta tra ilgiornalista Corrado Formigli e i leader della destra Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Ma è chiaro che in questa campagna elettorale il tema della sicurezza tornerà a essere uno dei cavalli di battaglia, soprattutto del centrodestra.