Per un imperscrutabile gioco della casualità di questo mondo, la notizia del diciannovesimo - avete letto bene, diciannovesimo proscioglimento di Antonio Bassolino è giunta nelle ore di massimo scontro istituzionale tra il sindaco di Napoli Luigi de Magistris e il governatore campano Vincenzo De Luca, i quali stanno dando vita ad uno spettacolo indecoroso messo in scena, per ragioni non sempre dichiarate, proprio mentre Napoli rischia di cadere sotto il fuoco del virus e della inadeguatezza dei suoi amministratori. Bassolino, due volte sindaco e due volte presidente della Regione Campania, nella sua lunghissima esperienza amministrativa ha avuto luci e ombre, come tutti i governanti del mondo. Ma furono ombre politiche, non morali. Peccato che ci siano voluti moltissimi anni per giungere al verdetto definitivo: Antonio Bassolino mai infranse la legge. Per la milionesima volta si pone la questione di quanto la giustizia abbia modificato il corso della politica. Non se ne viene a capo.

Il calvario che “don Antonio” ha dovuto scalare è stato incommensurabilmente più faticoso delle sue amate Dolomiti. 19 processi! Lui è stato sin troppo paziente: nell'ultimo processo ha rifiutato la prescrizione pur di vedere riconosciuta nel merito la propria correttezza, perdendo così altro tempo, ma ha avuto ragione, il fatto non sussiste. Il problema è vecchissimo ( ma non si risolve mai, qualunque sia il governo): com'è possibile evitare che un amministratore, ma diciamo un qualunque cittadino, debba aspettare anni per vedere riconosciuta la sua innocenza? Chi risarcirà Bassolino, e la stessa Napoli cui si è sottratto il possibile impegno di una personalità di spicco come l'ex sindaco? Chi farà autocritica, anche a sinistra, per averlo condannato anzitempo? È incredibile, ma la freddezza con cui il suo partito, il Pd, ha accolto la notizia dell’assoluzione è pari solo all’accanimento dei media quando si formularono le accuse. O forse si teme un ritorno in campo dell’ex sindaco, a pochi mesi dalle elezioni comunali, scompaginando le strategie romane?

Ora, qui non si tratta di trovare impossibili forme di risarcimento. Ê evidente che nulla potrà restituire a Bassolino ciò che gli è stato tolto, ciò che avrebbe potuto fare e non ha potuto fare. Ma si potrebbe forse lavorare ad un'ipotesi che a tutta prima potrebbe sembrare fantasiosa ma che non lo è. L’idea è semplice: il governo potrebbe chiedere a Antonio Bassolino un impegno - l'avvocato premier trovasse lui la forma per comporre l'inaudito conflitto istituzionale fra Comune e Regione mettendo i due Masanielli, De Luca e de Magistris, intorno allo stesso tavolo per approntare un serio piano per fronteggiare il nemico chiamato Covid.

Si tratterebbe di un coinvolgimento di un civil servant come accade spesso in paesi democratici come la Francia o gli Stati Uniti, una soluzione frequentissima adottata da organismi internazionali come l’Onu, quando si chiama un ex premier o comunque una personalità di spicco per risolvere gravi controversie. In effetti, quella di Napoli è al tempo stesso una tragedia che colpisce al cuore la vita dei cittadini e anche un’emergenza politico- istituzionale. Un uomo che si è messo volontariamente da parte per lunghi anni in attesa di vedere riconosciute le proprie ragioni in tribunale, ora che la legge gli ha dato ragione ha tutti i titoli per dare una mano alla sua amata città che altri stanno mortificando.