Le parole di Moroni vibrarono a Montecitorio dopo il suicidio

GIORGIO NAPOLITANO ˇ

.... «Non a caso il collega Moroni si è rivolto al Presidente della Camera come destinatario e come tramite delle sue estreme «brevi considerazioni» ( così da lui stesso definite). Egli ha creduto di dover in questo modo sollecitare una riflessione comune, non di parte, sui problemi tormentosamente vissuti dal momento in cui era stato coinvolto nel procedimento avviato dalla procura della Repubblica di Milano. E in effetti noi dobbiamo, come istituzione, misurarci con quei problemi, collocati oggettivamente nel contesto della crisi politica e morale che il paese sta attraversando. Dobbiamo farlo – abbiamo già cominciato a farlo – mediante iniziative appropriate ed efficaci, volte a rimuovere le cause di una crisi così grave affrontandone concretamente tutti gli aspetti essenziali. Ma potremo nello stesso tempo convenire sulle modalità di un dibattito generale sulla questione morale, in cui si riassume oggi il malessere dell'opinione pubblica nel rapporto con la politica e con le istituzioni. Un dibattito da cui possa uscire il quadro di insieme degli impegni di risanamento e di riforma da perseguire.

Faremo così – io penso – la nostra parte anche come destinatari dell'ultimo messaggio del collega Sergio Moroni.

Cogliendo il senso del riconoscimento del proprio errore e della denuncia di comportamenti altrui considerati non giusti, che insieme si ritrovano in quella lettera. Rispettando il corso della giustizia. Rispettando una sconvolgente decisione personale, che appartiene alla sfera più intima, in qualche modo insondabile, della coscienza di un uomo.»