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Non ce ne voglia il dottor Gratteri ( che mi dicono sia un tipo sportivo e spiritoso) se anche stavolta saremo un po’ critici con lui. Del resto siamo sempre stati convinti che il compito dei giornalisti sia quello: criticare il potere. Il potere politico, naturalmente, ma anche i poteri più forti della politica: la finanza, la magistratura. Il fatto che in Italia di rado questo avvenga è una anomalia alla quale è sbagliato abituarsi.
Fatta questa premessa, stiamo ai fatti. L’altra notte c’è stata una spettacolare azione dei carabinieri, con oltre mille uomini impegnati, che ha portato all’arresto di 169 persone accusate di vari reati connessi con l’attività della ‘ ndrangheta. Teatro principale di questa operazione è stato il crotonese. Che c’è che non va in questa operazione? A prima vista niente. Gratteri, sarà la volta buona? Un po’ di scetticismo è d’obbligo
Le accuse sono gravi. Degli indizi di colpevolezza, naturalmente, per ora sappiamo poco; ma il Procuratore Gratteri, che è il deus ex machina di questa retata, e anche gli alti gradi dei carabinieri ci assicurano che sono solidi. Quindi un applauso e andiamo avanti?
Il problema è che non è la prima operazione spettacolare guidata dal dottor Gratteri. E alcune delle operazioni precedenti non sono andate bene. Ne vogliamo citare due o tre, giusto le più famose. Beh, verso il 2002 ci fu l’assedio a Platì, nel cuore dell’Aspromonte. 2000 uomini impegnati, la cittadina circondata, 200 persone trascinate via in manette. Poi qualche anno dopo c’è stato il processo: 8 condanne. Otto? Sì otto. Un fiasco senza precedenti, che tuttavia non intaccò minimamente il prestigio del sostituto procuratore, che alla stampa è sempre stato simpatico. E anche agli editori.
Qualche anno dopo un’altra grande operazione di polizia guidata dal dottor Gratteri e chiamata “Circolo Formato”. Anche lì un bel pacchetto di arresti, tra i quali sindaco e vari assessori della città di Gioiosa Marina. Giornali e Tv scatenati, imputati annientati sia sul piano morale sia anche su quello fisico, perché qualcuno di loro restò in cella cinque anni. Città commissariata, nuove elezioni, nuovo personale politico. Un finimondo. Poi il processo? «Avete delle prove» ? chiesero i giudici. No, niente prove. Tutti assolti.
L’assoluzione, giunta qualche mese fa, non suscitò grande interesse nella stampa nazionale.
Prima c’era stata l’operazione “metropolis”, anche lì decine di arresti, genter accusata di avere preso in mano, a nome della ‘ ndrangheta, quasi tutte le strutture alberghiere e balneari della Locride. Conferenza stampa di Gratteri molto baldanzosa. E la stampa, al solito, entusiasta di questo Stato che finalmente fa vedere di cosa è capace. Il contraccolpo economico fu pesantissimo sulla stagione turistica. Molte persone persero il lavoro. Danni economici e sociali ingenti. Ma voi sapete che in nome della giustizia si passa sopra a queste cose. Ed è giusto che sia così. Una trentina di imputati: tre condannati. Altro clamoroso flop.
Dopodiché Gratteri - che nel frattempo era stato candidato a fare il ministro - ottenne di essere promosso a Procuratore di Catanzaro. E oggi, finalmente, si presenta all’opinione pubblica con questa nuova operazione.
Ora, siccome è indiscutibile il fatto che nel crotonese esiste la ‘ ndrangheta - ed è forte, e condiziona la vita civile, e l’economia, e forse in qualche misura anche la politica noi siamo molto contenti se davvero questa inchiesta darà un colpo serio alla mafia calabrese. Naturalmente non possiamo che essere un po’ scettici: difficile scordarci del precedenti, e ignorare il rischio che questa inchiesta sia solida come le inchieste degli anni scorsi, e dunque si risolva in un buco nell’acqua. E’ naturale avere molti dubbi. La credibilità della magistratura si costruisce sui suoi successi e suoi suoi insuccessi. E un filotto di insuccessi come quelli che abbiamo elencato, ovviamente, non consolida la credibilità di certe operazioni.
Poi magari Gratteri immagina che basta una buona conferenza stampa per sostenere l’attendibilità dell’azione degli inquirenti. Però, diciamo la verità, sfiora un po’ il ridicolo quando ci dice che questa operazione è il risultato di un suo vecchio “progetto”, coltivato da prima di diventare Procuratore di Catanzaro, e poi stabilisce che è la più grande operazione del secolo e che andrebbe studiata nelle scuole. Non si può non fargli notare che la magistratura dovrebbe indagare sui reati, e non fare progetti. Non è il suo compito.
Quanto alla più grande operazione del secolo, bisognerebbe magari lasciare il giudizio agli altri. Anche a me ogni tanto vien voglia di dire che questo giornale, il Dubbio, è il più importante quotidiano di tutta l’Europa occidentale. Altro che Le Monde! Però, prima di dirlo, mi scappa da ridere...