Zacchete. I tempi son stati calcolati con grande precisione. La campagna elettorale per le politiche ormai è aperta. I giornali, le tv - tutti i giornali e le Tv - dicono che Berlusconi è tornato protagonista, che ha ripreso la guida del centrodestra, che sta guadagnando consensi, che è al centro della scena.

Zacchete. C’è sempre una procura pronta ad agire. Stavolta è toccato a Torino. Alla Procura di Torino gli orologi funzionano benissimo, spaccano il minuto.

Ieri mattina l’Ansa ha battuto la notizia della richiesta di rinvio a giudizio di Berlusconi Silvio, per il cosiddetto Ruby ter. I processi per il caso Ruby ( rapporti non chiari tra l’ex premier e una ragazza) finora sono tre ( più alcuni minori). Il tempismo della procura di Torino stavolta è un po’ sfacciato

Probabilmente, se anche il terzo va in malora, se ne aprirà un quarto, raggiungendo così il record dei processi- Moro ( strage di via Fani, sequestro del presidente della Dc e sua esecuzione). Il Ruby quater potrebbe rendersi necessario se la prossima legislatura, come molti immaginano, dovesse durare poco, per mancanza di maggioranza, e se si tornasse a votare entro il 2018. Allora un Ruby quater potrebbe essere indispensabile.

Guardate che non sto affatto facendo ironia. Sono serissimo: la mia è una cronaca dei fatti accompagnata da qualche facile previsione.

È vero naturalmente che esiste una parte maggioritaria della magistratura, molto seria, che fa molto seriamente il proprio lavoro ( giudicare i delitti, accertarli, eventualmente punirli con saggezza ed equilibrio). Ma esiste altrettanto indubitabilmente un pezzo di magistratura, forse piccolo ma in grado di coprire tutto il territorio nazionale, che ritiene invece che il proprio compito sia quello di impedire alla politica di svolgere il suo ruolo: nella certezza che politica e corruzione siano due sinonimi.

Questa parte della magistratura è politicamente trasversale. Comprende giudici di sinistra, di destra e grillini. E colpisce destra, sinistra e 5 Stelle. Basta guardare il caso Messina, dove in meno di un mese sono stati presi di mira e colpiti ben cinque candidati alle elezioni, dei quali quattro eletti e uno primo dei non eletti, appartenenti a tutti e tre gli schieramenti politici. Ed è stata posta una ipoteca seria sulla possibilità di formare una giunta regionale con la maggioranza decretata dagli elettori.

Spesso, l’obiettivo di alcuni giudici è quello: decidere gli equilibri politici, modificando quelli stabiliti dall’elettorato. Anche perché lo stesso elettorato, per quanto anonimo, siccome vota, è sospettabile, molto sospettabile di voto di scambio, e dunque non è una fonte legittima del potere.

La trasversalità della magistratura in guerra con la politica ( e con il sistema democratico) non toglie nulla alla attenzione del tutto particolare che viene comunque riservata a Silvio Berlusconi. Il grado dell’attenzione verso Berlusconi è direttamente proporzionale al peso politico che egli esercita nelle varie fasi della sua carriera politica. Negli ultimi anni il cavaliere, dopo la batosta dell’esclusione dal Senato, si era un po’ ritirato in seconda fila, e la magistratura si era messa tranquilla. Gli ultimi sondaggi hanno fatto suonare il campanello di allarme (“torna Berlusconi!! Torna Berlusconi!!), e ieri è partito il nuovo attacco.

Sempre ieri si è conclusa la vicenda del senatore Piero Ajello. Il quale ha vissuto sette anni d’inferno perché due mafiosi pentiti lo avevano accusato di voto di scambio e la Procura di Catanzaro aveva dato retta i due mafiosi. I giudici poi hanno accertato che le accuse erano false e Aiello è stato assolto più volte, ieri, definitivamente, dalla Corte di Cassazione. Ha commentato così: «Finalmente posso ricominciare il mio lavoro». All’epoca la Procura aveva chiesto il suo arresto.

Non si è conclusa, invece, ma è appena iniziata, - proprio ieri, nelle stesse ore dell’assoluzione di Ajello e della richiesta di processo per il cavaliere – la vicenda del sindaco di Mantova che è stato accusato dai Pm di avere concesso dei finanziamenti a una associazione chiedendo in cambio sesso alla amministratrice di questa associazione. Il sindaco dice che è tutto falso. Ma quello che è più curioso è che anche la vittima della presunta concussione dice che è tutto falso. Non basta: si va avanti. Chissà se anche questa vicenda durerà sette anni. O chissà se, nel frattempo, la politica si convincerà che bisogna trovare il coraggio per dare un alt a questo stillicidio che inquina la lotta politica, la degrada, e indebolisce il prestigio della magistratura.